Alte richieste di pena in tribunale ad Asti, per la banda di nomadi sinti che dal Piemonte si spostava in Emilia

Sceglievano con cura le abitazioni dove rubare (isolate e di persone benestanti) e si spostavano dal Piemonte per 'lavorare' tra Forlì, Rimini, Cesena. Per pianificare i colpi si incontravano a Magliano Alfieri.

Oggi udienza preliminare in tribunale ad Asti per la banda di sinti piemontesi aiutati anche da un vigile del fuoco di Torino che li aiutava nella bonifica delle auto. Diversi i colpi in villa, il riciclaggio ma anche furti di auto per un bottino di mezzo milione di euro.

A volte si fingevano carabinieri

La banda era stata arrestata dalla polizia a dicembre 2020 a Igea Marina, tra loro anche l'astigiano Michele Vailatti, 25 anni.

Le indagini coordinate dalla pm Laura Deodato della procura astigiana avevano portato in carcere, oltre Vailatti, Cristian Collufio (31 anni, di Magliano Alfieri, considerato il capo della banda, Lorenzo Falletta (34 anni, Carpignano Sesia), Eliks Truzzi (il basista che faceva anche sopralluoghi nelle vile da derubare, di Rimini, 34 anni) e Massimiliano Bresciani (39 anni, al campo nomadi di Cuneo).

In qualche caso la banda entrava nelle case fingendosi carabinieri e con i tesserini contraffatti. L’operazione era stata condotta dai poliziotti della questura cuneese in collaborazione con la polizia di Asti, Torino, Rimini, Forlì-Cesena, Novara. 

Alte le richieste di pena

Oggi le richieste di pena della pm Deodato per la banda difesa dagli avvocati Caranzano e Mirate di Asti e Pancaldi di Bologna.

Richiesti 12 anni per Cristian Collufio, 11 anni e otto mesi per Massimiliano Bresciani, per Lorenzo Falletta, 12 anni e 4 mesi, per l'astigiano Vailatti richiesti 10 anni e otto mesi, per Truzzi 7 anni e 10 mesi. Per il vigile del fuoco coinvolto, richiesti 2 anni e otto mesi.

Il 5 ottobre la sentenza.