Arriveranno nelle prossime ore altri 121 rifugiati afghani, alla base logistica di San Martino a Sanremo. Dopo la partenza dei circa 200 dei giorni scorsi, abbiamo voluto fare il punto della situazione con il presidente della Croce Rossa di Sanremo, Ettore Guazzoni.
“Sono state sensazioni positive, quelle percepite dagli ospiti, soprattutto per la libertà raggiunta, nonostante la preoccupazione di non potersi mettere in contatto con i parenti rimasti in Afghanistan”. Questo il pensiero del presidente della Cri matuziana: “Nessun problema dal primo flusso e abbiamo anche raccolto molte testimonianze dei profughi accolti mentre siamo ancora di capire a che ora arriveranno i profughi di questo secondo flusso”.
Come si svolge la vita dei rifugiati nella base? “In modo tranquillo e all’interno delle loro stanze – ha detto Guazzoni – anche se non è stato impedito il contatto e il colloquio dei nostri militi, anche per fornire loro un importante supporto psicologico, nel caso in cui fosse nata la necessità”.
Quale tipo di cibo avete somministrato agli ospiti? “Sono state rispettate le loro tradizioni culturali e hanno avuto un menù variegato. Pasti abbondanti con pranzo e cena costituiti da primo, secondo e contorno. Hanno apprezzato anche la nostra pastasciutta e i risotti”.
In questi giorni abbiamo anche assistito a una vera e propria gara di solidarietà per i rifugiati. Quali le curiosità maggiori? “E’ stata eccezionale e, per questo, voglio anche ringraziare Sindaco e vice per l’appello lanciato. Abbiamo raccolto moltissimi prodotti, alcuni anche alimentari per i bimbi più piccoli, ma anche vestiti, scarpe e tanto altro. Davvero commovente. Senza dimenticare i giocattoli per i più giovani, numerosissimi e che stanno ancora arrivando in queste ore. Ogni singolo bambino o minore ha ricevuto un omaggio e, tutti i giovani tra i 6 e 12 anni tra quelli partiti nei giorni scorsi, avevano uno zainetto con penne e colori per passare il tempo durante il viaggio”.
Quale il lavoro più gravoso per Croce Rossa ed Esercito all’interno della base logistica: “E’ incessante e senza sosta, dalle cose più banali a quelle più importanti. Adesso ad esempio si raggruppano i doni per i più giovani ma deve anche essere predisposto lo screening, per evitare errori e blocchi nel sistema. I dati, infatti, devono essere confrontati per tampone ed eventuale vaccinazione. Abbiamo anche una struttura infermieristica, che vede un ambulatorio sanitario, fondamentale per eventuali persone che hanno bisogno”.
Dove andranno i rifugiati una volta portati fuori dalla base? “Molti degli ospiti già andati via, avevano già espresso una loro preferenza sulla città di destinazione. Noi sappiamo solo che sono stati dislocati in diverse città e il Ministero tenterà di accontentarli per raggiungere parenti o conoscenti”.
Gli ospiti hanno già espresso preoccupazione per quei profughi che stanno fuggendo dall’Afghanistan? “Si e in modo indiretto, perché molte persone erano preoccupate per familiari e conoscenti rimasti nei luoghi di origine. Tutti sperano che, attraverso l’Europa e una sinergia di più paesi, si possano riaprire i corridoi umanitari per chi è rimasto nel paese”.
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