Il Nazionale

Cronaca | 09 agosto 2021, 07:11

Molini di Triora: i detriti lasciati sul torrente dall'alluvione fanno paura, approvato studio morfodinamico

"Questo passaggio è importantissimo per il nostro paese. Servirà anche a determinare se queste pietre e scarti possano essere integrati come nuova arginatura oppure si possano smaltire" - spiega il sindaco Manuela Sasso

Molini di Triora: i detriti lasciati sul torrente dall'alluvione fanno paura, approvato studio morfodinamico

A Molini di Triora verrà effettuato uno studio morfodinamico sul torrente e il numeroso materiale di scarto accumulato dopo l'alluvione di ottobre 2020. Una pratica approvata dalla giunta del sindaco Manuela Sasso, per far fronte a una criticità sotto gli occhi di tutti. 

Dopo l'evento del 2 ottobre, in molti punti, il corso d'acqua è sparito, sotterrato dai detriti scesi a valle con la piena di quella notte. Ci sono punti dove il letto del torrente è salito di quota inghiottendo anche sentieri, come ad esempio quello per corte, piuttosto che la zona del Laghetto delle Noci. L'acqua continua a passare sotto le pietre ma la paura concreta è che in caso di un nuovo ingrossamento del torrente, tutto quel materiale possa essere spinto a valle provocando una nuova ondata di danni. 

Lo studio costerà 34mila euro oltre iva e servirà a capire che tipo di materiale si è fermato sopra il torrente. "Questo passaggio è importantissimo per il nostro paese. Verrà esaminato tutto il materiale sovralluvionato, ovvero tutto ciò che si è fermato oltre la quota naturale dell'alveo. Servirà anche a determinare se queste pietre e scarti possano essere integrati come nuova arginatura oppure si possano smaltire. - spiega il sindaco Manuela Sasso - Inoltre, grazie a questo studio, una volta compreso quale sia il tipo di materiale depositato, potremo superare l'attuale limite di legge che ci impone una rimozione fino a un massimo di 10mila metri cubi. Un limite insufficiente per smaltire gli scarti ed eliminare il pericolo. Purtroppo sul territorio adesso abbiamo migliaia e migliaia di metri cubi di materiale, 50mila solo sul laghetto delle noci. Il letto del fiume è stato letteralmente risagomato e rialzato ma sotto c'è ancora l'acqua che scorre. Dobbiamo intervenire con urgenza perché temiamo che cosa potrà accadere al prossimo evento meteo avverso".

Stefano Michero

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