Il Nazionale

Cronaca | 15 luglio 2021, 18:47

Abuso dei mezzi di correzione nei confronti della sorellina, condannato fratello maggiore

Imputato per maltrattamenti e lesioni, aggravati dalla Legge del codice Rosso, i giudici hanno assolto il giovane dal primo capo d'accusa e hanno riqulificato il secondo, condannandolo, in 'abuso dei mezzi di correzione'

Abuso dei mezzi di correzione nei confronti della sorellina, condannato fratello maggiore

Si è concluso al tribunale a Cuneo, il procedimento penale a carico di un giovane di origini marocchine, A.F., residente a Mondovì fino all’estate del 2019, nella zona del Ferrone. Con lui abitavano i genitori e i due fratelli, un maschio e una femmina.

Secondo la Procura il ragazzo in quell’anno avrebbe maltrattato e picchiato la sorellina, all’epoca dei fatti, e tutt’ora, minorenne. Il capo d’imputazione è aggravato dall’applicazione della Legge del Codice Rosso e dalla condizione di “minore” della parte civile.

In aula, davanti al Collegio, erano stati sentiti alcuni testimoni che avevano cercato di approfondire la vicenda.  “Conosco la ragazzina da quando è nata- aveva riferito una ex responsabile del centro ascolto della Caritas- Anni fa ha conosciuto la mamma dell’imputato che era arrivata dalla Campania. Raccontava che suo figlio, mentre era agli arresti domiciliari, picchiava la sorellina, ma lei non prendeva nessuna decisione. Era in uno stato di nervosismo e di un’agitazione tremenda. Suo figlio voleva che la sorella venisse su con un’educazione strettamente musulmana ma lei era molto vivace e piena di vita. La figlia aveva frequentato le scuole, ma inizialmente non era riuscita ad ottenere i risultati per via del clima che c’era in casa”.

Una sera di luglio del 2019 la testimone ha raccontato di essere stata contattata dalla mamma perchè la ragazzina era scappata e non si trovava più. Qualche settimana dopo la minore si presentò al pranzo della domenica alla Caritas con una spalla tumefatta, “le dissi di denunciare il fratello e qualche giorno dopo lei lo fece”.

Citata come testimone dell’accusa un’assistente sociale che aveva seguito la famiglia: “Dopo gli episodi il fratello ci chiese un incontro. Ci raccontò di essere dispiaciuto e che le aveva dato quello schiaffo perché i genitori non sapevano fare nulla e lui doveva salvaguardare la sorella dalle cattive compagnie".

La Procura e la difesa hanno escluso che si potesse parlare di maltrattamenti. “A.F. arrivava da un periodo di carcerazione che ha dato i suoi frutti e arrivato al termine del percorso ha guadagnato la misura alternativa della detenzione domiciliare. Il suo rapporto con la sorella era quello di una figura quasi paterna: quando la ragazza frequentava persone poco raccomandabili si è preoccupato” ha sostenuto il legale dell’imputato. Il p.m. ha richiesto la condanna in relazione alle lesioni.  

Il Collegio ha assolto il giovane dall’accusa di maltrattamenti e ha riqualificato il reato di lesioni aggravate in ‘abuso dei mezzi di correzioni’ condannandolo ad una pena di 3 mesi ed al risarcimento dei danni in sede civile.

CharB.

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