Il Nazionale

Cronaca | 26 giugno 2021, 07:00

Rallenta la campagna vaccinale in provincia: in molti rinunciano, alcuni anche perchè "devono andare in vacanza"

Nella nostra provincia, a ieri sono state somministrate 166mila ‘prime’ dosi che, rispetto al totale di circa 220mila residenti è comunque un buon numero in percentuale. Circa 110mila, invece, le ‘seconde’ dosi somministrate.

Rallenta la campagna vaccinale in provincia: in molti rinunciano, alcuni anche perchè "devono andare in vacanza"

Ieri il monito del Direttore Generale Falco, oggi la conferma. Nella nostra provincia è calata drasticamente la ‘voglia’ di vaccinarsi. Negli ultimi giorni, infatti, si è passati dalle circa 400/500 dosi al giorno a poche decine. Motivi? I più disparati ci confermano dall’Asl e i medici della nostra provincia.

C’è chi sostiene che il Covid è ormai finito e non serve fare il vaccino, che si sostiene di non fidarsi ma c’è anche chi ha detto che adesso deve andare in vacanza e al vaccino ci penserà a settembre. Sembra davvero incredibile ma è così. E i rischi sono tanti, ovviamente, perché se da ieri la nostra provincia è ‘Covid free’ questo non significa che l’allarme pandemia è terminato. Arrivano dall’estero notizie inquietanti, come dalla Gran Bretagna dove i casi crescono e da Israele dove, in poche ore il governo ha ristabilito l’obbligatorietà della mascherina al chiuso.

Nella nostra provincia, oltre allo scarso numero di prenotati, infatti, ci sono anche molti che aveva riservato un posto per essere sottoposti alla dose prevista e che, successivamente, hanno disdetto. E c’è anche chi non va a fare la seconda dose, andando a precludere pure la prima.

Nella nostra provincia, a ieri sono state somministrate 166mila ‘prime’ dosi che, rispetto al totale di circa 220mila residenti è comunque un buon numero in percentuale. Circa 110mila, invece, le ‘seconde’ dosi somministrate. Ma preoccupa, tra i sanitari, il fatto del drastico calo degli ultimi giorni, nei quali le persone preposte nei centri vaccinali sono quasi inoperose.

Effettivamente, facendo due calcoli, rimarrebbero circa 50mila persone da vaccinare e non è da escludere che siano proprio questi, tra ‘No vax’, scettici o comunque contrari, a rallentare la somministrazione che vedeva, fino a poco tempo fa, sia la nostra provincia che la regione ai vertici nazionali. Abbiamo parlato con il Dottor Giovanni Cenderello, Primario delle Malattie Infettive a Sanremo, che proprio l’altro ieri aveva annunciato dal nostro giornale le ultime dimissioni dal reparto Covid del ‘Borea’: “Inutile sottolineare l’importanza della vaccinazione – ci ha detto – e, dopo 16 mesi drammatici per la sanità locale, nazionale e globale, rimane un po’ di amaro in bocca nel vedere che molti bistrattino in questo modo la campagna che viene fatta”.

Ora ci si augura che, dopo i tanti annunci fatti, si possa tornare a ‘correre’ per arrivare quella immunità di gregge fondamentale per poter riprendere a vivere normalmente. Da lunedì, lo ricordiamo, si tornerà a poter uscire senza mascherina (ma si dovrà utilizzare negli ambienti chiusi) ma il vaccino, almeno per ora e come sottolineato a livello mondiale dalla quasi totalità di medici e scienziati, rimane l’unica arma a disposizione per sconfiggere una pandemia, che vale quasi come una terza guerra mondiale.

Carlo Alessi

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