Una sentenza che ha ridotto le condanne di almeno il 30% (in un caso fino al 50%) quella pronunciata questa mattina in Corte d'Appello a Torino sul processo Barbarossa, per infiltrazioni ‘ndranghetiste fra Asti, Costigliole d'Asti e Alba.
Quindici gli imputati comparsi davanti ai giudici, che hanno scelto per la maggior parte di concordare la pena, ottenendo così diversi sconti.
La riduzione più importante è quella ottenuta da Michele Stambè, passato dai 20 anni della condanna inflittagli in primo grado a 10 anni. Soddisfazione da parte dell'avvocato difensore, Aldo Mirate: “Il concordato è stato particolarmente vantaggioso per il mio assistito – commenta il legale astigiano –, in quanto ci ha permesso una riduzione della pena del 50%”.
Le altre condanne
L'albese Rocco Zangrà è passato da 12 anni e 8 mesi a 6 anni e 6 mesi. Bruno Agostino 9 anni e 10 mesi (contro 10 anni e 4 mesi in primo grado), Daniele Stambè da 9 a 6 anni. Vincenzo Emma è stato di nuovo condannato a 10 anni. Giuseppe e Adriano Emma sono stati condannati a 6 anni e 6 mesi. Gianfranco Guzzetta dovrà scontare 6 anni (9 anni in primo grado), Agim Lena 3 anni (contro 5 anni e 4 mesi), Massimo Marchiori 8 mesi (contro 3 anni e 4 mesi), Salvatore Stambè 7 anni (erano 11 anni e 8 mesi in primo grado), Salvatore Carè 8 anni (contro 11), Luca Scrima 9 anni e 9 mesi (contro 14 anni e 8 mesi), Giuseppe Catarisano 6 anni (contro 9 anni e 4 mesi), così come il figlio Ferdinando. Sono attese per la prossima settimana le motivazioni della sentenza in primo grado, che si era svolta in tribunale ad Asti nei mesi scorsi.
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