Il Nazionale

Cronaca | 24 maggio 2021, 12:57

Migrante suicida al Cpr, il 31 maggio preghiera ai Santi Martiri in ricordo del 23enne

Presente anche Monsignor Nosiglia. Grimaldi (LUV):"Chiudere luoghi disumani come il Cpr e persone presenti in Italia regolarizzate". La Procura di Torino ha aperto un'inchiesta

Migrante suicida al Cpr, il 31 maggio preghiera ai Santi Martiri in ricordo del 23enne

Il 31 maggio alle 19 una preghiera ai Santi Martiri per ricordare Moussa Balde, il 23enne che ieri si è tolto la vita al Cpr. Il migrante irregolare trattenuto in isolamento, per motivi sanitari, si è impiccato utilizzando le lenzuola in dotazione nella sua camera.

La Procura di Torino ha aperto un'inchiesta per accertamenti sul decesso, mentre il garante nazionale dei detenuti Mauro Palma sottolinea come il giovane non fosse seguito in modo corretto. "Una persona affidata alla responsabilità pubblica - spiega - deve essere presa in carico e trattenuta nei modi che tengano conto della sua situazione. Questo non è avvenuto".

Lunedì prossimo è intanto stato organizzato un momento di raccoglimento, a cui parteciperà anche il vescovo Cesare Nosiglia, presso la chiesa di via Garibaldi. “Un momento – spiegano gli organizzatori - per esprimere dolore e impegno a diffondere una cultura dell'umanità e del rispetto per la vita di tutti i migranti”.

Balde era ospite del Cpr dopo che lo scorso 9 maggio era stato aggredito violentemente a Ventimiglia da tre persone. Il gruppo, di cui due uomini con oggetti contundenti, si era scagliato contro il 23enne in via Ruffini lasciandolo a terra sul marciapiede

"Lo ammazzano", si sente gridare da una donna che ha assistito alla scena che, come si vede nel video diffuso sui social è stata molto cruenta. La vittima è stata accerchiata e poi colpita con quella che sembra una mazza, poi presa a calci e pugni anche una volta a terra.

E dal capogruppo regionale di LUV Marco Grimaldi arriva la richiesta di chiudere "luoghi disumani" come il Cpr, così come di regolarizzare i migranti presenti in Italia. “Continuerò a dire che non essere in possesso di documenti non può essere una ragione per vedersi negata la libertà, ancor di più se si finisce segregati in luoghi inadeguati, non dignitosi né sicuri, senza certezze sul proprio futuro” conclude il consigliere regionale.

Cinzia Gatti

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