Il Nazionale

Cronaca | 30 aprile 2021, 11:11

Rapina di Grinzane: autopsie ed esami balistici chiamati a confermare la legittima difesa

Domani l’esame autoptico sui corpi dei banditi uccisi. La difesa di Roggero valuta la nomina di un consulente di parte per il successivo accertamento balistico, che dovrà verificare le esatte modalità nelle quali la sparatoria è avvenuta

Rapina di Grinzane: autopsie ed esami balistici chiamati a confermare la legittima difesa

Dove si trovavano esattamente Mario Roggero e i banditi uccisi quando il gioielliere di Grinzane ha sparato al loro indirizzo, colpendo a morte due malviventi e ferendo a una gamba l’ultimo componente del terzetto che pochi minuti prima aveva tentato l’assalto al suo negozio?  
E’ soprattutto questo che dovranno stabilire le diverse perizie che la Procura della Repubblica di Asti ha disposto con l’intenzione di accertare quanto precisamente avvenuto in quei concitati minuti all’interno e fuori dal negozio di Gallo Grinzane ed accertare le eventuali responsabilità del 66enne commerciante, destinatario intanto di un’informazione di garanzia con l’ipotesi di reato di omicidio colposo per eccesso di legittima difesa.

A coordinare le indagini condotte dai Carabinieri del Comando di Alba e del Nucleo Investigativo di Cuneo sono il procuratore capo Alberto Perduca e il sostituto Davide Greco, che, oltre alle immagini degli impianti di videosorveglianza presenti nella centrale via della frazione di Grinzane, attendono gli esiti dell’autopsia che domani, sabato, verrà effettuata sui corpi dei due banditi uccisi: il 45enne braidese Andrea Spinelli e il 58enne torinese Giuseppe Mazzarino, figure già note alle forze dell’ordine per una serie di reati, tra i quali anche alcuni precedenti specifici per rapina.  

L’incarico è stato affidato al dottor Francesco Romanazzi, responsabile della Medicina Legale presso l’Asl Cn2, che domattina sarà chiamato a giurare e che già nella stessa giornata dovrebbe procedere con l’accertamento autoptico, dal quale si attende di conoscere innanzitutto la posizione dei fori di entrata dei proiettili esplosi dalla pistola che Roggero deteneva legalmente e che l’orefice ha afferrato da un cassetto del negozio per reagire alla violenta aggressione dei banditi dopo che con loro aveva avuto una prima colluttazione. Ingaggiata dall’uomo dopo che, sempre secondo la lunga testimonianza resa ai carabinieri nella notte di mercoledì, la moglie Mariangela era stata colpita al volto con un pugno e la figlia Laura immobilizzata con fascette da elettricista.  

Saranno invece gli esami balistici a dover stabilire la traiettoria dei colpi e la posizione in cui si trovava il gioielliere quando li ha esplosi, chiarendo così se la sparatoria è avvenuta all’interno del locale, e quindi nella concitazione dell’aggressione, o se siano stati esplosi fuori da questo, tra il piazzale prospiciente l’uscita laterale del negozio e la vicina via Garibaldi, dove i due corpi sono stati trovati dalle forze dell’ordine e dai soccorritori al loro arrivo sul posto pochi minuti dopo l’accaduto. "Stiamo valutando se nominare un consulente di parte, considerata l’importanza di questo accertamento nella vicenda – spiega intanto il difensore di Mario Roggero, l’avvocato albese Stefano Campanello –. La notifica dell’informazione di garanzia è solamente di ieri, per cui stiamo ancora facendo una serie di valutazioni".
 
Una terza indagine, sui telefoni cellulari dei rapinatori, potrà invece aiutare a stabilire le modalità con le quali i tre banditi avevano organizzato la rapina, che per il gioielliere e la sua famiglia segue quella, particolarmente cruenta, subita sei anni fa, nel maggio 2015.

Altri elementi si attendono poi dall’udienza di convalida del fermo del terzo rapinatore, prevista per oggi a mezzogiorno. Il 34enne albese Alessandro Modica, che dalla sparatoria è uscito con una ferita all’altezza di un ginocchio, si trova ora piantonato all’ospedale "Santa Croce" di Cuneo, dove è stato intanto trasferito dall’ospedale di Savigliano, indagato per rapina in concorso.

Gli inquirenti indagano anche sulla possibile esistenza di un quarto complice, puntando in questo senso a fare chiarezza sulle modalità con le quali l’uomo avrebbe raggiunto l’ospedale saviglianese.

L’uomo era stato visto fuggire dal luogo della sparatoria a piedi, fortemente claudicante, e allontanarsi in direzione delle campagne. Due le ipotesi in campo: che si sia servito di un secondo veicolo lasciato nelle vicinanze prima della rapina, con l’intenzione di fare perdere le proprie tracce dopo il colpo, e che raggiunto quello abbia guidato da solo fino a Savigliano. Oppure che un quarto soggetto, nel frattempo chiamato da questi, sia intervenuto in soccorso dell’albese, che al suo arrivo nei pressi dall’ospedale saviglianese, intorno alle 22.30 di mercoledì, sarebbe stato visto fortemente dolorante, in condizioni tali da far pensare che non potesse aver guidato per gli oltre 30 chilometri che separano le campagne del Gallo dal nosocomio saviglianese. 

Ezio Massucco

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