Il Nazionale

Cronaca | 29 aprile 2021, 16:32

Avviso di garanzia al gioielliere di Grinzane, indagato per omicidio colposo per eccesso di legittima difesa

L’informazione di garanzia preannunciata dalla Procura al legale di Mario Roggero. Videoregistrazioni, rilievi, e perizie chiamate a suffragare la ricostruzione di quanto accaduto ieri in via Garibaldi. Rapina in concorso l’ipotesi di reato per il terzo componente della banda

Avviso di garanzia al gioielliere di Grinzane, indagato per omicidio colposo per eccesso di legittima difesa

Un atto dovuto e per molti versi scontato l’informazione di garanzia che la Procura della Repubblica di Asti si appresta a notificare nei confronti di Mario Roggero, mentre sono in corso le indagini volte ad appurare la dinamica di quanto accaduto alle 18.45 di ieri, mercoledì 29 aprile, nei concitati minuti seguiti all’ingresso dei tre malviventi nel negozio di Gallo Grinzane e prima che il commerciante reagisse colpendo a morte il 45enne braidese Andrea Spinelli e il 58enne torinese Giuseppe Mazzarino, e ferendo il 35enne albese A. M., ora sottoposto a fermo presso l’ospedale di Savigliano.

Il 66enne gioielliere è stato infatti indagato dalla Procura di Asti per "omicidio colposo per eccesso di legittima difesa".
"E’ un momento difficile per il mio assistito, straziato da quanto successo e per essersi trovato in una situazione drammatica", ha dichiarato all’Ansa l'avvocato albese Stefano Campanello, che difende l'uomo. "Non abbiamo ancora ricevuto l'avviso di garanzia, ma il mio assistito ritiene comunque di aver fatto quanto necessario per salvare la sua vita e quella dei suoi familiari. E' molto scosso".

L’orefice di Grinzane Cavour, che insieme alla sua famiglia aveva già subito una violenta aggressione a scopo di rapina sei anni fa, nel maggio 2015, ha sparato con un’arma regolarmente detenuta, come lui stesso ha spiegato agli inquirenti che lo hanno sentito a lungo già nella serata di ieri. "Mi sono trovato a decidere tra la mia vita e la loro", ha dichiarato nelle scorse ore l’uomo, comprensibilmente scioccato, fornendo una ricostruzione dei fatti che suffragano la circostanza di un’aggressione, quella subìta insieme alla sua famiglia, compiuta con modalità di particolare violenza.

"Due persone – scrive infatti la Procura nella sua prima ricostruzione dei fatti –, seguite poi da una terza, sarebbero entrate nella gioielleria e con un coltello e una pistola (poi risultata finta e priva del cosiddetto "tappo rosso") avrebbero minacciato di morte il titolare, la moglie e la figlia, l’una colpita da un pugno e l’altra immobilizzata con fascette di elettricista, facendosi in tal modo consegnare numerosi gioielli. Al tentativo di appropriarsi anche del denaro in cassa il titolare avrebbe reagito sparando colpi con pistola legittimamente detenuta".  

Un quadro che ora andrà riscontrato alla luce delle diverse testimonianze raccolte da pubblico ministero e inquirenti, che oltre al gioielliere hanno ascoltato anche la moglie e la figlia dell’uomo, nonché altri testimoni del fatto, come pure dai rilievi tecnici che i militari del Comando Carabinieri di Alba e quelli del Nucleo Investigativo di Cuneo hanno compiuto all’interno del negozio, nello spazio immediatamente esterno allo stesso, dov’era parcheggiata l’utilitaria bianca utilizzata dai rapinatori e dove è stato rinvenuto il primo cadavere, e lungo la centrale via Garibaldi, a una quindicina di metri distanza, dove soccorritori e forze dell’ordine hanno rinvenuto il secondo cadavere.

A dare un contributo nella ricostruzione saranno ovviamente anche le immagini delle videocamere presenti sull’area, in corso di acquisizione da parte degli inquirenti, come pure gli esami autoptici e quelli balistici.  

Nel frattempo è cambiata anche la posizione del terzo rapinatore, il 35enne albese che dalla sparatoria è uscito con una ferita all’altezza di un ginocchio. L’uomo, ricoverato all’ospedale "Santissima Annunziata" di Savigliano, è infatti formalmente indagato per rapina in concorso

Ezio Massucco

Commenti