“Se è sensato che una trasmissione televisiva operi in modo lineare alla propria linea editoriale, trovo invece sia profondamente sbagliato che un consigliere comunale si esprima in modo opposto all’interesse e al bene della propria città: è su questo che dovremmo costituirci parte civile!”
Si chiude con un gioco di parole l’intervento del sindaco di Cuneo Federico Borgna in risposta alle due interpellanze – e all’ordine del giorno – che, nel corso del consiglio comunale del mese corrente, hanno portato all’attenzione del consesso i fatti di cronaca avvenuti in corso IV Novembre lo scorso 11 aprile (e che, com’è noto, hanno portato all’aggressione di una troupe del programma televisivo “Fuori dal coro”).
A firmare le due interpellanze sono stati Alberto Coggiola e Massimo Garnero di Fratelli d’Italia (che hanno chiesto, oltre a nuovi controlli nella zona del Movicentro, il sostegno dell’amministrazione ai proprietari d’immobili che, con il blocco degli sfratti dovuto al Covid-19, si trovano in difficoltà con alcuni dei propri conduttori morosi) e Laura Peano della Lega (che ha chiesto interventi di tutela urgenti e mirati da programmare insieme alla Questura, oltre a interventi atti a valorizzare il decoro del quartiere ad aumentare il senso di sicurezza delle zone più precarie della città).
L’ordine del giorno – poi respinto dal consiglio con 24 voti contrari - ha invece visto gli sforzi congiunti di Laura Menardi, Valter Bongiovanni e la stessa Peano nel chiedere che il Comune si costituisca parte civile nella causa che le vittime dell’aggressione, ovvero i membri della troupe, intenteranno contro i due aggressori, chiedendo ove possibile la corresponsione dei danni d’immagine subiti proprio a seguito dell’evento.
- L’OPINIONE DEI FIRMATARI
“La nostra interpellanza si sofferma principalmente sul blocco degli sfratti, norma che non risolve i problemi ma ne crea e che non distingue le situazioni l’una dall’altra – ha sottolineato Coggiola - : ci sono casi in cui la morosità risale a ben prima dello scoppio del virus e in cui i morosi vengono premiati dalla norma nazionale. C’è poi l’argomento della sicurezza nella zona del Movicentro; l’episodio in questione sarà anche un caso isolato, ma ormai è mesi che si susseguono diversi casi isolati. A me non dispiacerebbe il “sindaco-sceriffo”, che davanti a situazioni forti utilizza toni forti, ma qui non potrebbe esistere, e il fatto che per le norme anti-Covid si siano multate decine di persone a fronte di oltre 6.000 controlli la dice lunga”.
Parole dure anche da Peano: “La problematica è sempre la solita, che ormai porto all’attenzione del consiglio da diverso tempo. Gli episodi di cronaca sono diventati ormai quotidiani nella nostra città, con diverse forme di violenza documentate da tutti gli organi di stampa. L’amministrazione ha deciso che Cuneo deve essere il Far West?”
“L’episodio dell’aggressione alla troupe ha dato ampio spazio mediatico a una problematica della nostra città davvero molto seria – ha aggiunto infine Menardi - . Soluzioni possibili le abbiamo sempre condivise con la maggioranza, nel corso degli anni, e sempre nell’ottica della prevenzione; se il proprietario dell’appartamento coinvolto nell’episodio ha pensato di doversi rivolgere alla televisione è perché, probabilmente, non pensava di poter essere ascoltato dalle istituzioni”.
- LE REAZIONI DEI CONSIGLIERI
Chiarito che il Comune – in quella che è sostanzialmente una diatriba tra privati – non abbia la possibilità legale di costituirsi parte civile, la discussione in seno al consiglio ha riguardato più che altro la percezione di Cuneo come “città sicura”, o la sua mancanza, e gli sforzi dell’amministrazione comunale in senso ampio.
Le forze di maggioranza hanno tutte puntato sul fatto che l’eco mediatica dell’aggressione non sia stata contestuale a una città che – dati alla mano – è ed è stata per parecchio tempo tra le più sicure d’Italia.
“In quale Cuneo vivono i consiglieri proponenti? Io non vedo questo proliferare di episodi di violenza e vandalismo, e anche nell’episodio specifico la polizia è intervenuta con rapidità – ha sottolineato Tiziana Revelli - . Personalmente ho un concetto di sicurezza completamente opposto rispetto al loro, non da “stato di polizia” ma da città che cerca di prevenire e risolvere le problematiche quando si presentano. Credo che a Cuneo si faccia tutto il possibile in questo senso e ci andrei piano con la strumentalizzazione di fatti ed eventi”.
“Gli episodi di corso Giolitti sono totalmente staccati dai fatti che hanno coinvolto la troupe di “Fuori dal Coro” e la richiesta dei residenti è quella sì di risolvere un problema, ma senza ingigantirlo: facciamo attenzione a non ghettizzare noi per primi una parte della città che ghettizzata non è” ha aggiunto Sara Tomatis.
“Condanniamo l’episodio di aggressione in sé ma crediamo che Cuneo non meriti la rappresentazione che ne è stata data – ha detto Luca Pellegrino - . Credo che chi dipinge la città come il Far West abiti da un’altra parte, anche se è ovvio ci siano situazioni da dover gestire, specie in una zona come quella del Movicentro”.
A metà strada si è posto Ugo Sturlese: “L’episodio è specchio dei tempi e delle storture tecniche in cui cadono i mezzi d’informazione, dipingendo un evento sì increscioso ma dandone una sua trattazione mediatica davvero grottesca: la situazione generale della zona del Movicentro la conosco bene perché sono stato il primo a sollevarne le criticità, ed è giusto che preoccupi gli abitanti, ma non vedo legame tra uno sfratto che poteva avvenire in qualunque luogo della città e un quartiere che ha serie difficoltà, anche di altro genere. L’episodio è collegato a una situazione diffusa incentrata sugli sfratti, un tema che va trattato in maniera più complessa di come fa “Fuori dal coro” perché spesso non si tratta di persone in contesti abusivi ma piuttosto di reale drammaticità, e non si può fare di tutta l’erba un fascio – conclude il consigliere - . Non credo l’amministrazione, come tutte le istituzioni in senso lato, abbia fatto davvero tutto ciò che era in suo potere per affrontare la situazione”.
- LE PAROLE DEL SINDACO
Il sindaco ha iniziato il proprio intervento sottolineando la solidarietà totale “mia e della comunità cittadina, ai membri della troupe coinvolti in un episodio di violenza ingiustificabile”, e illustra i numeri degli sfratti comminati dal tribunale sul territorio comunale negli ultimi 16 mesi: 380, di cui 330 già eseguiti e 50 ancora in essere, di cui 19 in città.
“È sbagliato sovrapporre l’episodio in sé alla situazione di corso Giolitti – ha sottolineato il sindaco - , perché l’aggressione poteva avvenire ovunque, visto che la casa abusivamente occupata poteva trovarsi ovunque. In questi giorni, a livello mediatico, è stata adottata la figura retorica della sineddoche per parlare della situazione: si è descritto il tutto basandosi su una parte, si è parlato di Cuneo prendendo a esempio un fatto isolato o la situazione di uno solo dei suoi quartieri. Cuneo non è questa, e mi piacerebbe accompagnare Mario Giordano in città a qualunque ora del giorno e della notte”.
“Il problema della zona del Movicentro si compone di due temi diversi, uno di ordine pubblico e uno di difficile convivenza in senso più ampio – ha aggiunto il sindaco - . Se gli episodi che riguardano il primo vengono affrontati, quelli che riguardano il secondo invece sono più complicati da affrontare. Non si risolvono con la presenza costante delle forze dell’ordine ma tramite un percorso più lungo di rigenerazione urbana, e in questo senso si collocano i tanti interventi che abbiamo già cominciato a mettere in campo. Sono sufficienti questi interventi? No, sono un passaggio, ne serviranno altri ed è evidente. Cuneo non è perfetta, ma non può essere identificata unicamente con le sue criticità”.
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