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Politica | 30 marzo 2021, 07:08

Lungo le sponde della Dora arriva l'assistenza legale "di strada": permessi di soggiorno, lavoro e corsi di italiano per un futuro possibile [VIDEO]

Il progetto, sviluppato dall'associazione Arteria Onlus, è supportato dall'assessorato cittadino a diritti, multicultura, periferie e giovani. Nello staff un frate cappuccino e una consulente legale

Lungo le sponde della Dora arriva l'assistenza legale "di strada": permessi di soggiorno, lavoro e corsi di italiano per un futuro possibile [VIDEO]

Per larga parte dell'opinione pubblica e delle narrazioni cittadine lungo Dora fa rima con spaccio, tossicodipendenza, risse, alcol, bivacchi e – in tempi di pandemia – assembramenti incontrollati in strada. A dimostrare la possibilità di invertire questo paradigma, però, ci sono i numerosi progetti di chi lontano dai riflettori lavora tutti i giorni per migliorare la qualità della vita nella zona e nei quartieri limitrofi e trasformare le criticità in opportunità. Tra questi, ce n'è uno che ha messo radici proprio sulla strada per fornire assistenza legale e provare a scrivere un futuro possibile a chi gravita intorno alle sponde della Dora.

I quattro pilastri fondamentali del progetto

Si tratta di 'Percorsi in Aurora', sviluppato da associazione Arteria ONLUS con il supporto dell'assessorato cittadino a diritti, multicultura, periferie e giovani guidato da Marco Giusta: “L'obiettivo generale - spiega il presidente Ivano Casalegnoè quello di promuovere, nell'area di Aurora e Porta Palazzo, una serie di interventi dedicati a giovani e giovani adulti italiani e stranieri. Il progetto si basa su quattro pilastri fondamentali: il lavoro di rete, portato avanti con il Coordinamento Aurora e il Tavolo Educativa di Strada per condividere competenze e esperienze al servizio del territorio, l'ascolto del bisogno per provare a dare una risposta a bisogni vecchi e nuovi come la povertà educativa e la difficoltà a sostenere i costi della didattica online, il lavoro di strada per incontrare persone che altrimenti non riuscirebbero ad accedere ai servizi offrendo informazioni e mediazione con inserimenti in attività relazionali, educative, sportive e lavorative, e azioni per valorizzare la capacità dei giovani di attivarsi in favore di altri giovani del quartiere”.

Un approccio alternativo

L'idea di 'Percorsi in Aurora' è nata dall'incontro con fra Luca Minuto, frate cappuccino e vice-parroco a Madonna di Campagna, vero e proprio artefice di questo cambio di approccio: “Ho iniziato – racconta – a frequentare la zona circa due anni fa durante i miei spostamenti verso l'Università di Torino: da lì, il dialogo intrapreso con i ragazzi seduti sulle panchine lungo Dora è andato avanti trasformandosi in consapevolezza del fatto che la mia missione si sarebbe dovuta dedicare anche a loro. Nonostante i problemi come la mancanza di lavoro e la situazione incerta a livello burocratico, unita in alcuni casi anche al consumo di alcolici e alla tossicodipendenza, mi ha colpito molto la loro allegria e la loro disponibilità ad accogliermi facilitata dal mio pormi come un amico in grado di accompagnare più che come un prete con la pretesa di insegnare. Qualche mese fa, con Ivano abbiamo pensato di valorizzare questa conoscenza attraverso l'offerta di un servizio a cui difficilmente potrebbero accedere per problemi di comprensione della lingua italiana, perché non sanno andare da un avvocato o perché non conoscono in modo approfondito i passaggi da fare. In breve tempo abbiamo aiutato diversi ragazzi a ottenere un documento necessario a ricostruire la loro vita da diversi punti di vista”.

Diritti, lavoro e responsabilità grazie alla consulenza legale

Il progetto si avvale della consulenza legale di Clara Nieloud, autrice di una riflessione che parte da lontano: “Abbiamo - sottolinea – provato a capire perché questi ragazzi passino tutta la giornata sul lungo Dora e, soprattutto, come far valere i loro diritti: molte delle risposte che cercavamo le abbiamo trovate in una condizione giuridica instabile e appesa a un filo, con le panchine a fare da punto di ritrovo per soddisfare il bisogno di relazione sociale ma anche quello di confronto con persone che vivono le stesse difficoltà. Troppo spesso, però, vengono visti come soggetti che non hanno voglia di lavorare o che preferiscono trovare i proventi del proprio sostentamento grazie ad attività illecite come lo spaccio; dal mio punto di vista questo luogo comune è motivato proprio dalla condizione di vulnerabilità, incertezza, instabilità e irregolarità che stanno vivendo e che li rende facile preda del mondo della vendita di stupefacenti ad alti livelli”.

Un'alternativa può essere rappresentata proprio dall'opportunità di trovare un'occupazione grazie ai documenti necessari: “Molti di loro - prosegue Nieloud – non sanno che la validità del permesso di soggiorno è stata prorogata da una legge nazionale per l'emergenza Covid, oppure che il foglio rilasciato dalla Questura è valido per essere assunti; spesso, inoltre, nonostante la buona volontà di imparare l'italiano non sanno dove rivolgersi per frequentare i corsi gratuiti necessari a dimostrare il proprio grado di integrazione e si trovano davanti la diffidenza dei datori di lavoro o piccoli ostacoli burocratici. Il mio ruolo è proprio quello di dare informazioni sulla posizione giuridica sul territorio italiano e sui legami familiari, offrendo consulenza legale generica su ottenimento e rinnovo dei permessi di soggiorno e di altri tipi di documenti attraverso telefonate, mail e incontri. L'approccio di strada è molto utile e potrebbe essere implementato su larga scala, ma lo Stato dovrebbe mettere in campo altre azioni – come il supporto di un interprete nei rapporti con la pubblica amministrazione – per far sì che siano loro a sapere a quali servizi rivolgersi”.

Marco Berton

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