Il Nazionale

Cronaca | 28 marzo 2021, 10:42

"Io che ho bisogno di una visita, costretto a rivolgermi al privato. Se non hai il Covid sei un malato di serie B"

Un 23enne di Pinerolo ha scritto alla redazione per raccontare la sua storia. Un mese fa gli sono state rimosse delle masse cancerogene, che ora si sono riformate. Ma la sua non è considerata un'urgenza

"Io che ho bisogno di una visita, costretto a rivolgermi al privato. Se non hai il Covid sei un malato di serie B"

"Al momento non abbiamo disponibilità, la richiamiamo noi quando ci sarà. Arrivederci". Se lo è sentito dire un giovane pinerolese di 23 anni al telefono con l'ospedale San Luigi, dove avrebbe dovuto fare una visita di controllo dopo una delicata operazione subita poco più di un mese fa.

"'No Covid? Niente cure': potrebbe essere questo il nuovo motto della sanità italiana", ci racconta, "Dopo un anno di pandemia siamo arrivati al punto in cui i cittadini non sperano più di non ammalarsi di Covid, ma di non ammalarsi di altro". Se la visita programmata è infatti saltata il motivo è da ricercarsi nella decisione del Dirmei, che lo scorso 5 marzo ha inviato una circolare a tutti i presidi ospedalieri e Asl del Piemonte per bloccare tutte le visite non urgenti e quelle rinviabili, salvo quelle che riguardano il Covid.

"Il problema – spiega S.B. – è che io sono affetto da una patologia che nella sua fase più acuta produce della masse cancerogene, benigne soltanto se curate in tempo. Ho già subito tre interventi chirurgici, due dei quali eseguiti privatamente. L'ultimo, un mese fa. Mercoledì ho ricevuto la fatidica telefonata del SSN che mi avvisava che la visita di controllo prevista per il 25 marzo all’ospedale San Luigi di Orbassano, nella quale sarebbero state rimosse le ulteriori masse che si sarebbero presentate (e infatti, sono presenti), è stata sospesa. Sospesa fino a quando? Probabilmente è un’informazione non accessibile a noi esseri umani".

E ora? "Bella domanda. Si salvi chi può e chi può sono soltanto quelli che non hanno problemi economici a rivolgersi presso le strutture private. Le stesse strutture private, qui viene il bello, dove sono in forza lavoro gli stessi medici che lavorano anche nel pubblico. Non è meraviglioso? Negli ospedali pubblici, dove tutti i cittadini sono eguali e lo Stato è tenuto a garantire il loro diritto alla tutela della salute non possono lavorare, però nelle cliniche private possono eccome".

Il problema, nel caso del 23enne, è che nella ricetta di prenotazione manca la 'U' di urgenza. Un dettaglio che avrebbe permesso di effettuare la visita. Secondo le regole dettate dal Dirmei, infatti, si possono eseguire soltanto le prestazioni con prescrizione medica contrassegna con la U di Urgente (da eseguire entro 72 ore) e B di breve (entro 10 giorni al massimo). Le altre, quelle contrassegnate dalla lettera D (differibile da eseguire entro 60 giorni per gli accertamenti diagnostici) e P (programmata da eseguire entro 90/120 giorni) sono da mettere in standby.

"In pratica - conclude il 23enne pinerolese - mi stanno dicendo che la mia condizione non si è aggravata abbastanza per poter essere considerata degna di attenzione. Ma le masse cancerogene ci sono, sono evidenti. E allora cosa dovrei fare? Andare in pronto soccorso e occupare il posto di chi potrebbe averne più bisogno? Non me la sento. Farò l'unica altra opzione, che evidentemente non può essere quella di aspettare: mi farò visitare privatamente. Ma mi chiedo: e chi non può permetterselo? Ho sentito di medici di famiglia che, su richiesta, sono disposti a inserire la "u" nella ricetta, ma non credo sia una valutazione che un dottore deve compiere in base all'insistenza del paziente, no? Piuttosto, perché il governo non prevede una sorta di bonus, o anche solo la possibilità di detrarre parte della spesa, per chi è costretto a rivolgersi al privato per il rinvio di visite che erano già state prenotate con il sistema sanitario nazionale?".

"Ma poi - si chiede infine il ragazzo - davvero quella di una persona con delle masse cancerogene in corpo, che ha subito un intervento invasivo di quel tipo, è una visita considerata rinviabile?".

Daniele Angi

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