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Cronaca | 21 marzo 2021, 09:59

La storia della settimana. Chiama i carabinieri: "Aiuto, mi stanno ammazzando" il nuovo gioco social dalla Francia all'Astigiano

Fortunatamente non era vero, ma il dispiegamento di forze dell'ordine e il disagio dietro queste azioni, fanno discutere. Il caso avvenuto venerdì sera a Villanova

La storia della settimana. Chiama i carabinieri: "Aiuto, mi stanno ammazzando" il nuovo gioco social dalla Francia all'Astigiano

Oggi, la nostra 'Storia della settimana' si focalizza su un caso di cronaca capitato venerdì sera a Villanova d'Asti, che apre diversi scenari e rimarca, ancora una volta, in maniera pressante, il problema dell'utilizzo del cellulare in giovane età, senza controllo di adulti e genitori.

Si parla di disagio giovanile, ma il fenomeno affonda le sue radici in modo più ampio. Sono sempre gli adulti a dare l'esempio, è difficilissimo disconnettersi, senza telefonino ci sentiamo 'monchi', siamo incapaci quasi di relazionarci. E oggi senza la tecnologia quotidiana e la connessione ad internet non si può neppure studiare.

Il caso

Alle 21 di venerdì sera, al Numero Unico di Emergenza, 112, arriva la telefonata di una giovanissima che con voce flebile dice: "Aiuto... mi stanno ammazzando" per poi chiudere la chiamata.

Naturalmente, rintracciata l'utenza a Villanova d'Asti, il Nucleo Investivo del Comando Provinciale dei Carabinieri di Asti, ha inviato immediatamente tre equipaggi  con i dispositivi di emergenza necessari per il potenziale alto rischio della situazione segnalata.

A sirene spiegate per cercare di salvare una bimba in difficoltà...

Sirene spiegate, con il cuore in gola, per una bambina in difficoltà gravissima. Per fortuna, all'arrivo non c'era nessuna situazione tragica, ma una mamma marocchina con due bambine, sconcertata per l'arrivo dei carabinieri. Anche lei scopre sul momento che il suo cellulare è in mano alla figlia dodicenne.

È la stessa bimba a spiegare che stava partecipando ad una nuova sfida sul social You Tube lanciato in Francia che invita, appunto i partecipanti ad effettuare chiamate al 112 e dire la frase incriminata, chiudendo subito la chiamata.

Il tutto poi viene filmato, in alcuni casi non escludendo la ripresa dell’arrivo delle forze dell’ordine, e riversato in rete.

Una sfida che arriva dalla Francia

La prima ricostruzione dei militari intervenuti ha permesso di verificare nella cronologia del social utilizzati dalla bimba un link francese (lingua che la bambina date le origini, conosce bene).

"Per fortuna non è successo nulla - spiegano i carabinieri - ma si tratta di un’occasione per invitare ancora una volta i genitori a controllare sempre l’accesso in rete dei più giovani, inconsapevoli delle potenziali conseguenze sia per la loro incolumità che per quella di coloro che siano chiamati ad intervenire per questi prospettati e poi infondati pericoli".

Blue Whale, Bird Box Challenge, Skull Breaker Challenge, Corona Virus Challenge, sono le ultime sfide social in ordine di tempo, che invitano i partecipanti a commettere atti disgustosi o pericolosi, per mettersi in gioco.

Ogni generazione ha le sue sfide, certo, generazioni di 'ragazzi' anni 70/80, ha avuto i polsi lividi per settimane con le micidiali Clic clac, ma la rete ha amplificato i messaggi.

Anche quelli positivi certo, come la sfida benefica Ice Bucket Challenge, organizzata dall’ALS Association nel 2014 per sensibilizzare sulla sclerosi laterale amiotrofica.

L'uso della rete... meglio consapevole

L'utilizzo consapevole e sotto la supervisione degli adulti diventa fondamentale.

Parlare con i propri figli o nipoti delle nuove sfide, accertarsi che siano chiari i rischi ai quali potrebbero andare incontro, seguirli e controllarli se si connettono, monitorando app e stabilendo un tempo massimo per la connessione.

Betty Martinelli

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