Il Nazionale

Cronaca | 17 marzo 2021, 16:17

Torino, il grido disperato delle partite Iva: “Per noi nessun futuro né speranza”

Presidio e flash mob, questo pomeriggio, davanti alla sede dell'Agenzia delle Entrate di via Sidoli per denunciare una situazione sempre più critica e chiedere provvedimenti urgenti

Torino, il grido disperato delle partite Iva: “Per noi nessun futuro né speranza”

Se si continua così, per noi non ci sarà nessun futuro né speranza”: l'allarme arriva dal mondo delle partite Iva, sceso in piazza oggi pomeriggio per denunciare una situazione sempre più critica e chiedere provvedimenti urgenti alle istituzioni.

Quattro sigle rappresentative della categoria, più precisamente FIPI Futuro Italiano Partite Iva, PIL Partite Iva Libere Piemonte, Movimento Nazionale Italiano e Amici d'Italia, hanno organizzato un presidio e un flash mob di protesta davanti alla sede dell'Agenzia delle Entrate in via Sidoli a Torino.

Tasse e pressione fiscale insostenibili

Uno degli aspetti messi sotto accusa riguarda la pressione fiscale: “Le tasse vanno corrisposte – ha sottolineato la presidente di FIPI Beba Pucciattima chiediamo di non essere trattati come lavoratori di serie B: con 16 mesi di fermo delle attività e le chiusure a singhiozzo è praticamente impossibile far fronte a una tassazione che incide per oltre il 70%. Le more e le sanzioni, inoltre, sono così alte che un debito di 1000 euro rischia di lievitare a 4mila in soli 4 anni. Per questo chiediamo di congelare i pagamenti per tutto il 2021, tenendo presente la condizione del contribuente che si ha davanti; siamo sull'orlo del collasso psicologico, dobbiamo scegliere se mangiare o pagare”.

Rinegoziazione delle cartelle esattoriali

A questo segue la richiesta di rinegoziare le cartelle esattoriali: “Alle rate – ha commentato Enzo Macrì di PILche dobbiamo pagare all'erario per le cartelle già ricevute si sommano quelle nuove: non lavorando andremo incontro al pignoramento dei conti correnti e saremo destinati a morire. A proposito, chiediamo che tutte le cartelle esattoriali in arrivo vengano rinegoziate con sanzioni e interessi ridotti, con uno sconto del debito proporzionato alle perdite di fatturato subite nel periodo della pandemia tra il 2020 e il 2021".

Molto forte la conclusione: "Non siamo evasori, vogliamo pagare i debiti senza regali ma ci sentiamo presi in giro".

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Marco Berton

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