Ci sono i vertici delle ultime due legislature del Comune di Torino e della Regione Piemonte tra i destinatari degli avvisi di garanzia inviati stamattina dalla Procura di Torino, che nel 2017 ha aperto un fascicolo d'inchiesta ipotizzando il reato di "inquinamento ambientale", introdotto nel 2015 nell'ordinamento italiano.
Avvisi di garanzia ad Appendino, Cirio, Fassino e Chiamparino
Tra i destinatari degli avvisi di garanzia ci sarebbero il sindaco di Torino Chiara Appendino ed il Presidente della Regione Alberto Cirio, insieme ai predecessori Piero Fassino e Sergio Chiamparino. Insieme a loro anche gli assessori regionale e comunale all'ambiente Matteo Marnati ed Alberto Unia, oltre ai predecessori Alberto Valmaggia (assessore regionale con Chiamparino) Enzo Lavolta (giunta Fassino), Stefania Giannuzzi ( giunta Appendino).
Il pm Gianfranco Colace, che coordina l'inchiesta, accusa le istituzioni di non avere adottato le opportune contromisure per contrastare l'inquinamento, comprovato dalla presenza nell'aria di polveri sottili che negli ultimi anni hanno raggiunto livelli senza precedenti.
Inchiesta partita da esposto esperto
L'inchiesta parte dall'esposto presentato da un esperto di valutazioni in impatto ambientale. Il documento, datato maggio 2017, sostiene che la Città di Torino versa in una "situazione di illegalità da almeno 10 anni" per il ripetuto sforamento dei valori di Pm10 imposti dalla Ue, che ha già avviato una procedura di infrazione contro l'Italia. Secondo l'esperto le contromisure messe in atto da Comune e Regione sono state inadeguate.
Una tesi condivisa dalla procura di Torino, che ha notificato un avviso di garanzia ai vertici delle due istituzioni. Per l'accusa i due enti "adottavano un meccanismo di attivazione delle misure basato su ripetuti e consecutivi superamenti del limite di PM10 giornaliero secondo i livelli crescenti di allarme, in modo tale da consentire l'accumularsi dell'inquinante sopra il limite senza prevedere alcun intervento".
La replica di Cirio
"Questa mattina abbiamo ricevuto un invito a comparire nell’ambito di una inchiesta per fatti che partono dal 2015 e riguardano le misure a contrasto dell’inquinamento atmosferico sulla qualità dell’aria", dichiarano il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’assessore all'Ambiente Matteo Marnati. "Trattandosi di una contestazione fondata esclusivamente su elementi di carattere tecnico e scientifico, abbiamo dato mandato alla Direzione regionale Ambiente e all'Arpa di predisporre tutta la documentazione che comprova come la Regione abbia sempre operato nel pieno rispetto della normativa italiana ed europea, non solo per dovere di legge ma anche perché la qualità dell'aria e il rispetto dell’ambiente rappresentano una priorità assoluta".
La replica di Appendino
"Il lavoro di questa amministrazione - commenta la sindaca Chiara Appendino - a difesa della qualità dell'aria, dell'ambiente e della sostenibilità è sotto gli occhi di tutti. Gli sforzi e le iniziative messe in campo in questi anni ci sono stati riconosciuti anche a livello europeo. Porteremo tutto il lavoro svolto le iniziative intraprese a difesa della qualità dell'aria sul tavolo del magistrato che sta svolgendo le indagini".
La replica di Fassino
“Sono sconcertato - dichiara l'ex sindaco Piero Fassino - e stupito perché la mia amministrazione ha sempre optato per la tutela della qualità ambientale della città. In ogni caso quando conoscerò su quali addebiti è fondato l’avviso di garanzia, nel merito risponderò nelle sedi opportune”. Lo dichiara Piero Fassino, deputato del Pd ed ex Sindaco di Torino, in merito all’inchiesta della Procura della Repubblica di Torino sull’inquinamento ambientale".
La replica di Chiamparino
“In merito alla gestione degli interventi di contrasto all’inquinamento - replica l'ex sindaco Sergio Chiamparino - sono assolutamente tranquillo: pur avendo affrontato una situazione ampia e complessa, ritengo di avere sempre lavorato per ridurre l’inquinamento e per migliorare la qualità ambientale della nostra Regione e di essermi impegnato per tutelare il Piemonte insieme alle altre Regioni dell’area padana; quando mi saranno mossi gli specifici addebiti risponderò nelle sedi preposte”.
La replica di Lavolta
"Stupito" si dice invece Enzo Lavolta, vicepresidente del consiglio comunale di Torino. "Provo un senso di stupore nel vedermi indagato insieme ad altri amministratori in un procedimento che mette in discussione l'impegno per l'ambiente e il rovesciamento del paradigma contro lo smog e per l'aria pulita in città. Una materia complessa che abbiamo affrontato sempre con attenzione determinazione e impegno. Con risultati concreti. Evidenze che mostrerò agli organi competenti e che tuttora rappresentano un pallino irrinunciabile della mia azione politica".
La replica di Furia
"Naturalmente quello dell'inquinamento dell'aria è un problema di alta complessità tecnica e scientifica, che se letto alla luce del tema del cambiamento climatico globale raggiunge dimensioni ben superiori al nostro territorio. Un problema che in ogni caso difficilmente può essere affrontato attraverso l'attribuzione di responsabilità in capo ai soli amministratori locali. Oggi fare l'amministratore locale in Italia sta diventando quasi impossibile e le notizie giudiziarie confermano l'assoluta trasversalità della questione. Nel rispetto dell'azione della magistratura, riteniamo non più eludibile una revisione della normativa complessiva sulle responsabilità in capo ad amministratori e funzionari locali su tematiche di questa portata". Questo il commento del Segretario Regionale PD Piemonte Paolo Furia e del Segretario Metropolitano PD Mimmo Carretta.
Il commento di Torino Respira
"Prendiamo atto dell'attenzione prestata dai magistrati della Procura della Repubblica nei confronti dell'iniziativa giudiziaria intrapresa dal Comitato Torino Respira, evidentemente ritenuta meritevole di interesse a fronte delle condizioni di grave inquinamento in cui versa da molto tempo la città di Torino. Quella sulla qualità dell’aria è la prima indagine contro gli Amministratori pubblici in materia di reato di inquinamento ambientale, uno strumento a tutela della salute dei cittadini e delle cittadine", commenta Roberto Mezzalama, presidente del Comitato Torino Respira.
Il commento di Legambiente
"L’inchiesta avviata dalla procura di Torino per inquinamento ambientale iscrive nel registro degli indagati vertici e amministratori a più livelli e contesta una situazione da noi denunciata da tempo, suffragata da numeri via via più allarmanti: ossia la mancata adozione di misure sufficienti e adeguate a contrastare i livelli di smog che ogni giorno nel capoluogo piemontese compromettono la qualità dell’aria e la salute dei cittadini, tanto che Torino si è confermata maglia nera assoluta nelle classifiche stilate nel nostro rapporto Mal’Aria di Città 2021", spiega il presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani.
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