Arriva dal Consorzio Tutela e Valorizzazione Salsiccia di Bra la prima reazione alla notizia comunicata in mattinata dal Nucleo Anti Sofisticazioni dei Carabinieri di Alessandria, che ha disposto la grave misura degli arresti domiciliari nei confronti di tre macellai, accusati di avere reiterato quanto già loro contestato nell’ambito dell’indagine che il Tribunale di Asti aveva avviato a fine 2019, quando gli stessi militari dei Nas accertarono "la significativa presenza di una sostanza vietata (solfiti) nei campioni di carne trita destinata alla produzione della Salsiccia di Bra".
Appresa la notizia, questa mattina (venerdì 12 febbraio) il direttivo dell’organismo di tutela si è riunito in via d’urgenza, conferendo all’avvocato Roberto Ponzio l’incarico di seguire la vicenda processuale, con la "ferma intenzione di proteggere il buon nome e l’immagine di un prodotto sottoposto a un rigido disciplinare, prodotto che rappresenta un’eccellenza agroalimentare e un orgoglio del territorio".
"Il direttivo – fa sapere il legale albese –, adotterà senza indulgenze né connivenze ogni azione utile alla difesa del prodotto tutelato dal Consorzio, il cui massimo interesse è che la produzione della Salsiccia di Bra rispetti quanto previsto dal disciplinare e dalla normativa prevista in materia".
In tema di normativa, sempre per voce del suo legale, il Consorzio avanza intanto alcune osservazioni, già oggetto di una sua articolata presa di posizione in merito alla stessa indagine: "Essa sanziona esclusivamente l’aggiunta dei solfiti quale additivo chimico, e non anche l’utilizzo degli stessi quali ingredienti di prodotti che li contengono naturalmente, come il vino, l’aglio e la cipolla. La stessa normativa, interna ed europea, ammette e disciplina l’uso dei solfiti anche nelle carni". Sarebbe il caso, di diverse salsicce inglesi e ispaniche, per la preparazione delle quali sono ammessi "i solfiti presenti nel vino, nella frutta a guscio, nella frutta secca ed essiccata".
Nell’ipotesi di specie "la presenza di solfiti sarebbe in linea con quanto previsto dalla Commissione Europea, che ha concesso come trattamento la possibilità di utilizzarne fino a 450 milligrammi per ogni chilo di prodotto finale", annota ancora l’avvocato, che ricorda infine, quale ultima considerazione, che "ci sono relazioni tecniche di accreditati docenti universitari e studi scientifici che riconoscono come un’aggiunta dei solfiti in giusta quantità ha un effetto migliorativo sulla qualità microbiologica dell’insaccato e che la loro presenza previene il rischio di un’eventuale proliferazione di batteri potenzialmente dannosi per la salute, assicurando al prodotto un miglior livello di sicurezza igienico-sanitaria".
"Il Consorzio – è la conclusione – è interessato a che la produzione della Salsiccia di Bra Dop avvenga nel rigoroso rispetto di disciplinare e normativa e si riserva ogni azione conseguente".
Cronaca | 12 febbraio 2021, 17:41
Salsiccia di Bra: consorzio della Dop prende posizione dopo gli arresti
Il direttivo dell'organismo di tutela annuncia l’adozione di "ogni azione utile alla difesa di un'eccellenza sottoposta a un rigido disciplinare", mentre richiama le incongruenze della normativa sull'utilizzo dei solfiti
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