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Sport | 10 febbraio 2021, 22:59

L’eterno dilemma tra stanchezza ed errori in un match mai davvero nato

IL COMMENTO DI FABIO GANDINI Varese sulle gambe al PalaLeonessa? Vero, ma come già accaduto in passato ha fatto anche di tutto per complicarsi la vita, tra difesa, palle perse e occasioni buttate via. Contano i dettagli: a Brescia sono mancati, contro Bologna dovrà essere diverso

L’eterno dilemma tra stanchezza ed errori in un match mai davvero nato

Stasera, lo confessiamo a costo di passare per dei balabiòtt, ci siamo ritrovati a parlare con il computer. Anzi, talvolta a urlargli contro.

Non è stato un dialogo granché proficuo, ne converrete. Eravamo noi, esso e forse qualche vicino dalle orecchie tese che avrà maledetto il signor Basaglia e la chiusura dei manicomi.

Col pc abbiamo interloquito ogni qualvolta Brescia ha sfoderato l’arma del pick and roll, ovvero spesso e volentieri. In quei frangenti, a quell’ammasso di circuiti e intelligenza artificiale - che stranamente abbiamo continuato a chiamare Egbunu - abbiamo chiesto insistentemente di non restare in mezzo al guado dopo il cambio difensivo, permettendo al piccolo avversario un comodo tiro da qualsivoglia distanza. Non ci ha mai ascoltato… Allora ci abbiamo provato chiamando lo schermo che avevamo davanti Ruzzier, Jakovics e Beane, ma quello stronzo ha perseverato a non darci retta. E la Germani a segnare.

Pensandoci bene questa frustrazione ha avuto un sapore non nuovo al palato: eppure vi assicuriamo che prima di assistere alle partite dei biancorossi non facciamo uso né di alcol, né di sostanze psicotrope.

Torniamo seri? Bene: i 170 minuti - accumulati in 15 giorni - nelle gambe della Varese che oggi ha nettamente perso al PalaLeonessa sono un fatto oggettivo e ineludibile. La Openjobmetis odierna ne aveva pochissimo come squadra e in quasi ogni singolo effettivo. Si è visto all’inizio, in un match non aggredito, e si è continuato a notarlo per tutti i 40 minuti, passati a subire ritmo e volontà altrui, come accade in tutte quelle occasioni in cui la vittoria passa limpidamente nella mani avversarie. Lo si è visto nelle scelte obnubilate, nei parziali subiti, nel mordente rimasto in mente dei, in quelle giocate che normalmente riescono e oggi sono diventate quasi impossibili.

Però anche gli errori, l’eterno e sovrabbondante peccato stagionale della Varese 2020/2021, sono stati un fatto stavolta. Al pari della stanchezza. Un fatto decisivo. Sono stati troppi e hanno di gran lunga superato in numero le beltà cestistiche, ritorcendo il circuito virtuoso che aveva permesso alla combriccola di esultare 2 volte in soli quattro giorni (anche contro Happy Casa e Vanoli si è sbagliato tanto: semplicemente le cose fatte bene sono state di più).

Quelli difensivi che hanno visto protagonista il neo arrivato sotto canestro (nelle pagelle un giudizio più compiuto su di lui) non sono stati gli unici nei. Metteteci le 18 palle buttate al vento, metteteci i canestri mangiati da sotto (38% da due), metteteci la sciagurata sequenza che ha reso inutile e purtroppo dimenticabile la fragrante reazione della squadra dopo il -21 (57-36) del 33’. In una giornata di grazia dall’arco (52% finale da 3), spinti da un Douglas sempre più sicuro e avvezzo al comando, i trasfertisti erano stati capaci di scrivere addirittura il -7 all’inizio dell’ultima frazione, con buona pace dei 170 minuti nelle ossa e della conseguente stanchezza…

La cronaca dopo quel 76-69? Ve la riportiamo subito: palla persa di Beane, palla persa di Douglas, appoggio elementare sbagliato da Ruzzier in entrata, bomba di Sacchetti dopo che la difesa si era persa Chery con la stessa facilità con cui certi animali mutano il pelo…Game, set and match per i prodi di Buscaglia.

Sì, insomma: anche a Brescia si poteva fare qualcosa di più. Stanchezza o meno. Vincenzo Cavazzana e Alberto Seravalli - assistenti di un Massimo Bulleri che stasera (contrariamente al recentissimo passato) non è riuscito a trovare alcuna produttività dallo scontato e ampio ricorso alle rotazioni - lo hanno spiegato con chiarezza e impagabili eloquio e raziocinio lunedì sera a tutti i tifosi che hanno avuto la pazienza di ascoltarli durante l’Ultima contesa: sono i dettagli a fare la differenza. Del singolo e della squadra.

La Varese stanca di questa sera, i dettagli, li ha lasciati tutti a Masnago. Bene così, in fondo: saprà dove trovarli domenica, in una sfida contro la Fortitudo che andrà giocata con il piglio e la concentrazione di chi - piuttosto di perdere - muore sul campo.

Fabio Gandini

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