Con un settore degli eventi ancora immobile e decisamente in crisi, alcune voci davano già per scontata un’edizione del Festival Collisioni di Barolo posticipata al 2022. Filippo Taricco, direttore artistico della kermesse agrirock, non ci sta: “Il Collisioni 2021? Voglio farlo, non credo che dire guardiamo all’anno prossimo sia l’atteggiamento giusto - spiega - Certo, non potremo farlo come gli anni passati, si dovrà tenere conto dello scenario in cui saremo, ma dopo mesi di lockdown, non possiamo rinunciare a dare ai nostri giovani dei contenuti di cultura”.
Un’edizione con formula “ridotta” come lo era stata quella del 2020, ma in attesa di sapere quali saranno le prossime direttive del Governo, Taricco resta positivo. “Abbiamo lavorano anche l’anno scorso, basti pensare al concerto di J-ax o di Manu Chao. Ci troviamo a lavorare in un mondo diverso, ma non possiamo far morire il settore della cultura per il Covid, per me è un servizio essenziale. Non penso che possiamo metterci ad aspettare senza fare nulla”.
Attivarsi in prospettiva però vuol anche dire aver sostegno economico solido: “Per quanto riguarda noi, spero che con tutti i nostri sponsor e la Regione, saremmo in grado di proporre un festival importante. Guardare già al 2022 o al 2023 è impensabile, non sappiamo come si evolverà la situazione per le aziende che ci sostengono”.
Il settore spettacoli ed eventi, indubbiamente ha subito perdite consistenti, alcuni parlano di ripartenza solo nell’ottobre 2021, in tanti chiedono di tornare a una capacità del 100% per potersi rialzare. Le piccole realtà in particolare hanno risentito dello stop, con risvolti economici importanti anche sul territorio: “Dobbiamo sostenere le piccole realtà culturali, mi rivolgo in particolare agli sponsor, se possono devono investire sul proprio territorio - commenta Taricco - Il problema non è quanto saremo poveri il prossimo anno, ma anche come saranno i nostri giovani. Su di loro vogliamo investire se vogliamo che diano qualcosa in ritorno. Questa pandemia ha avuto le conseguenze più pesanti soprattutto sui ragazzi, molti hanno visto il deterioramento dei rapporti sociali. Dobbiamo garantire a loro e a tutti quanti un minimo di normalità, come abbiamo già fatto l’estate scorsa”.
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