Il Nazionale

Cronaca | 06 gennaio 2021, 10:12

Scorie nucleari, da Coldiretti Piemonte alla politica non si placa la polemica: "Bisogna garantire la sicurezza dei territori coinvolti"

Oltre all'associazione di categoria e le roventi prese di posizione di ieri, sulla vicenda sono intervenuti anche il sindaco ed i consiglieri di Alternativa Civica di Brandizzo: "Una decisione così delicata non può essere imposta". Intanto la Lega prepara un'interrogazione parlamentare

Scorie nucleari, da Coldiretti Piemonte alla politica non si placa la polemica: "Bisogna garantire la sicurezza dei territori coinvolti"

Sta suscitando non poche reazioni la notizia della possibile realizzazione del Deposito Nazionale dei rifiuti nucleari in un'area tra i Comuni di Caluso, Mazzè e Rondissone. Una situazione che in provincia di Torino tocca da vicino anche la zona di Carmagnola

Dopo anni di attesa, infatti, lo scorso 30 dicembre Sogin, la Società di Stato incaricata dello smantellamento degli impianti nucleari italiani e dello smaltimento dei rifiuti radioattivi, ha reso nota la Cnapi, Carta nazionale delle aree considerate idonee ad accogliere i rifiuti nucleari di bassa e media intensità che il nostro paese ancora produce.

Il documento, tenuto segreto dal 2015, è stato pubblicato sul sito web del deposito nazionale (www.depositonazionale.it) nella notte tra il 4 ed il 5 gennaio, dopo il nulla osta ricevuto dal Governo. 

Nella giornata di ieri, martedì 5 gennaio, quindi i sindaci dei paesi coinvolti (Ivana Gaveglio di Carmagnola, Maria Rosa Cena di Caluso, Marco Formia di Mazzè,  Antonio Magnone di Rondissone con Claudio Castello di Chivasso, Francesco Principi di Villastellone e Angelita Mollo di Poirino) hanno incontrato il vicesindaco della Città Metropolitana Marco Marocco per cercare di delineare una linea comune. Insieme, chiederanno un incontro con i parlamentari piemontesi.

Sulla vicenda sono intervenuti anche Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa, delegato confederale Coldiretti. I due hanno sottolineato l’importanza di un processo trasparente per la necessaria messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi. 

"La scelta deve tutelare la vocazione dei territori della nostra Regione - sono intervenuti -. Un’agricoltura green, variegata, che punta sempre più a progetti di filiera volti a valorizzare i prodotti locali, al biologico, alla difesa e alla tutela della biodiversità e sostenibilità. Le necessarie garanzie di sicurezza vanno anche accompagnate ad una forte attenzione al consumo di suolo evitando nuovi insediamenti con il riutilizzo e la bonifica di aree industriali dismesse". 

Critica anche la Cia Piemonte: "L’individuazione dei siti per il deposito nucleare in Piemonte ci preoccupa molto. Prendiamo atto che si è agito come se l’agricoltura non esistesse. Nessuna considerazione per  coltivazioni di pregio come l’Erbaluce del Canavese e il Peperone di Carmagnola Igp, nessuna attenzione al consumo del suolo, tema centrale della tutela ambientale. Queste scelte sono inaccettabili e ci batteremo fino in fondo per far valere le ragioni degli agricoltori", dice il presidente regionale, Gabriele Carenini.

Bufera anche in Parlamento, dove Alessandro Giglio Vigna, deputato della Lega di Ivrea e membro della Commissione per l’attuazione del federalismo fiscale e della XIV Commissione politiche dell’Unione europea della Camera dei Deputati, interviene sul tema dell’individuazione del Deposito Nazionale dei rifiuti nucleari con parole nette: "Contestiamo il metodo, perché non sono state coinvolte le Regioni, totalmente esclusi i territori, un atto quindi di arroganza, un rigurgito centralista tipico di PD e 5 stelle. Contestiamo il fatto che altri territori che si sono resi disponibili ad ospitare i depositi radioattivi non sono stati presi in considerazione, chi non li vuole dentro la lista, chi li vuole fuori dalla lista. Contestiamo ovviamente il merito, depositi di materiali radioattivo in un territorio agricolo, nel cuore della Terra dell'Erbaluce, uno dei territori che più in Italia è cresciuto negli ultimi anni dal punto di vista della qualità e della fama del proprio vino, della produzione di nocciola, dal punto di vista enogastronomico e dal punto di vista del Turismo Slow".

"Invece di aiutare questo Territorio e la sua gente che ha portato questo pezzo di Canavese all'eccellenza a crescere ancora, a diventare meta e punto di riferimento a livello Internazionale il Governo lo mette in lista per lo stoccaggio di materiale radioattivo - prosegue l'esponente del Carroccio -. Naturalmente la Terra dell'Erbaluce non ci sta, ed è per questo che è già pronta una mia Interrogazione Parlamentare per chiedere al Governo la rimozione di questo pezzo di Canavese dalla lista”.

Il duello tra l'esecutivo e Italia Viva si conferma poi anche su questi temi: "Allarma la scelta, ancora una volta apparsa improvvisamente e senza consultazioni, delle aree individuate da Sogin per il deposito nazionale di scorie radioattive. Cosa ha spinto a scegliere tra i siti di stoccaggio le aree vulcaniche del viterbese, o l’unica area sismica del Piemonte quale è l’Alessandrino, o zone di pregio agricolo come Carmagnola, e infine un sito riconosciuto patrimonio mondiale dell’umanità dall’Unesco come la Val D’Orcia?", si chiede la deputata renziana Silvia Fregolent, capogruppo in Commissione Ambiente, che aggiunge: “Essere preoccupati non vuol dire inseguire il populismo, ma cercare seriamente di capire le modalità e i criteri di scelta che, evidentemente, appaiono opachi quando non addirittura insensati”. 

Critiche anche da Fratelli d'Italia con Augusta Montaruli: "Solo un anno fa (20 dicembre 2019) il sottosegretario Davide Crippa ed il senatore Girotto dichiaravano che stavano sondando la strada di un sito europeo e per usare le loro parole “il sito nazionale non era un dogma”. Proposta che i cinquestelle difesero pure davanti alle obiezioni del rischio di una lievitazione delle bollette. Come mai quindi questo cambio repentino e non spiegato? Come si passa dal sondare un sito europeo a pubblicare una carta  in una notte tra l’antivigilia di Natale e l’epifania della più grande epidemia di sempre? Vogliamo escludere che tutto ciò sia  fatto apposta per creare malcontento, scontro, e incassare una serie infinita di no e convincere tutti di spedire le scorie altrove.  Non si spiega però come mai  siti italiani di fatto già disponibili  come quello di Trino siano stati esclusi dalla carta pubblicata ieri e non ci sia ancora stato spiegato il perché. Si garantisca trasparenza. Vogliamo la pubblicazione di tutti gli atti dal 20 dicembre 2019 al 30 dicembre 2020".

E da Forza Italia Daniela Ruffino sottolinea: "Sono sgomenta di fronte all’individuazione  e alla comunicazione utilizzata per divulgare i così tanti e potenziali siti “idonei” per le scorie nucleari in Piemonte e per ospitare il grande deposito di scorie nucleari che da anni si dovrebbe realizzare in Italia. Ciò che metto in discussione non è tanto il metodo di individuazione dal punto di vista tecnico, se i siti siano davvero idonei o meno, ma la comunicazione agli enti locali individuati e la concertazione con gli stessi nella scelta di queste località. Non è tollerabile, da parte di questo o qualsiasi altro governo, il metodo impositivo: prima si decide e poi si discute". 

E il dibattito non si arresta nemmeno in Regione. A ribattere alle parole del governatore Alberto Cirio è Marco Grimaldi: "Il Piemonte è già la discarica del nucleare del nostro Paese. Il presidente Cirio fa il pesce in barile e si dice stupito che il Governo abbia tolto il segreto alla documentazione che servirà ad individuare il sito unico nazionale per lo stoccaggio dei rifiuti nucleari; ma dove ha vissuto negli ultimi dieci anni? Raramente ho visto un Presidente di Regione così distaccato dalla realtà. Ieri non è stato deciso nulla, anzi: la pubblicazione della documentazione, un atto di trasparenza che nessun Governo precedente aveva fatto, è il passo necessario per fare partire la consultazione pubblica in cui tutti noi cittadini, e Cirio in primis, dovrà difendere le ragioni del nostro territorio. Sperando che sia in grado di farlo", dice il capogruppo di Liberi Uguali Verdi in Regione.

Ricordo al Presidente - aggiunge - che il Piemonte è già oggi, di fatto, il sito unico nazionale di stoccaggio delle scorie in quanto il 98% di queste sono a Saluggia, collocate al centro di un triangolo d'acqua che rappresenta un pericolo enorme per la salute umana e per l'agricoltura di tutta la Pianura Padana, e che solo l'individuazione del sito unico potrà liberare. Smaltire correttamente, legalmente e in trasparenza i nostri rifiuti nucleari è l’unico modo per chiudere, una volta per tutte, la sfortunata stagione del nucleare italiano". 

Nel frattempo, anche i Comuni limitrofi hanno deciso di far sentire la propria voce.

A Chivasso, i consiglieri di minoranza Matteo Doria e Federico Savino considerano la scelta "sia altamente inopportuna ed arrogante".

"E' inopportuna perchè questo territorio ha già dato - tuonano i due -, e sta ancora dando, in termini ambientali troppo e da troppo tempo, mettendo a repentaglio la salute dei cittadini e dell’ecosistema stesso".  "E' arrogante - aggiungono - in quanto in tempi di piena pandemia, dopo aver tenuto fermo il piano per oltre un anno, ha ritenuto opportuno procedere 'improvvisamente' senza confrontarsi con le Regioni, le Aree Metropolitane ed i Comuni interessati. Il nostro territorio merita bonifiche, non siti di stoccaggio di scorie radioattive".

A Brandizzo il sindaco Paolo Bodoni ha dichiarato che "sarà al fianco dei colleghi dei Comuni direttamente interessati, per non permettere un ulteriore scempio dei nostri territori".

"Sono a disposizione per una larga mobilitazione istituzionale e di cittadinanza per opporci a questa scelta localizzativa da parte di chi non può decidere sulle teste dei cittadini residenti in queste zone e dei loro Amministratori, condannandoli ad un futuro insicuro - sostiene -. Non si può permettere un'azione così nociva per tutti noi".

Anche i consiglieri di minoranza del gruppo Alternativa Civica si sono schierati dalla parte dei Comuni coinvolti. 

"Una decisione così delicata non può essere imposta e nemmeno può prescindere da una partecipazione trasparente degli enti locali, oltreché dall'avvio di un serio dibattito pubblico che non sia però uno scaricabarile tra territori - fanno sapere i consiglieri Giuseppe Deluca e Antonella Multari -. Il chivassese ha subìto negli anni un pesantissimo impatto ambientale sulle proprie popolazioni, che non rende tollerabile un ulteriore incremento di fattori inquinanti...".

"Ci batteremo per difendere il territorio in una logica collaborativa, invitiamo il Comune di Brandizzo e i comuni del chivassese ad avviare un tavolo di concertazione con i comuni coinvolti dell’area valutata idonea ad ospitare le scorie nucleari - aggiungono Deluca e Multari - è necessario avviare quanto prima un dialogo sui territori coinvolgendo tutti gli enti locali e i parlamentari”.

Poi concludono: "L'unico obiettivo deve essere ottenere che ogni decisione che sarà presa avvenga nella piena trasparenza e con la massima tutela della salute dei cittadini e del futuro del territorio".

a.g.

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