Il Nazionale

Cronaca | 23 dicembre 2020, 09:28

Racket della prostituzione: quattro arresti tra Asti e Alba

Eseguite all’alba cinque misure cautelari disposte nei confronti di un gruppo criminale che con metodi violenti costringeva una decina di donne di nazionalità albanese a prostituirsi su strada in diversi comuni tra l’Astigiano e l’Albese

Racket della prostituzione: quattro arresti tra Asti e Alba

All’alba di oggi i Carabinieri di Canelli hanno fermato nelle loro abitazioni ad Asti e ad Alba cinque indagati per rapina e sfruttamento della prostituzione tra l’Astigiano e l’Albese.

Altrettante le misure cautelari emesse nei confronti di quattro cittadini albanesi, tra cui una donna, e di un italiano. Due fratelli albanesi (O.T., 39 anni, e G.T., 45), entrambi domiciliati ad Asti, senza precedenti sono finiti in carcere, mentre l'italiano è ai domiciliari, per la donna istituito l'obbligo di dimora.

I cinque sono gravemente indiziati di rapina, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Il sodalizio criminale, di fatto gestore della piazza, con metodi violenti costringeva una decina di donne di nazionalità albanese a prostituirsi su strada in diversi comuni tra l’Astigiano e l’Albese.

Il racket andava avanti dal 2017, ma aveva subito un arresto durante il lockdown e i due fratelli erano tornati in Albania, per ritornare a giugno.

Addirittura avevano istituito tra l’Astigiano e l’Albese un servizio di navetta a pagamento con una Fiat Punto svolto dall’unico italiano coinvolto, U. C., classe 1947, residente ad Alba, incensurato, che accompagnava sulle diverse strade le ragazze, pretendendo per ciascuna 10 euro come rimborso spese.

Le indagini dei Carabinieri sono partite a febbraio da un intervento effettuato a Isola d'Asti per un'aggressione a una donna, trovata in evidente stato di shock con diverse ferite. La donna, di nazionalità albanese, aveva denunciato di essere stata aggredita da due connazionali che, dopo averla colpita alla testa con lo sgabello su cui sedeva in attesa dei clienti, l'avevano rapinata del proprio telefono cellulare.

La costante attività di pedinamento ha permesso di arrivare al gruppo criminale dei cinque, che si occupavano di reclutamento e avvio sul "mercato" di giovani ragazze in arrivo dall'Albania. A tutte era assegnata un'area dalla quale era vietato "sconfinare", pena una ritorsione violentissima.

Al vertice del gruppo criminale venivano individuati i due fratelli albanesi, che vivevano in centro ad Asti con due connazionali che, oltre a prostituirsi, li aiutavano nella loro "attività".

Il territorio era in mano loro e avevano collocato diverse donne nei comuni di Isola d’Asti, Costigliole d’Asti, Vigliano, Agliano, Alba e Monticello d’Alba.

I tanti elementi investigativi: pedinamento, intercettazioni e localizzazione Gps sulle vetture degli indagati hanno convinto la Procura astigiana a emettere l'ordinanza con le misure cautelari. I due arrestati si trovano ora nel carcere di Asti e Alessandria.

Redazione

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