Le immagini sono diventate virali e, di chat in chat, sono arrivate sino in Sudamerica. Migliaia di visualizzazioni favorite anche da un vigile urbano che abita a Pinerolo e che è finito indagato in un’inchiesta su un caso di Revenge Porn, ovvero la diffusione di materiale porno senza il consenso dell’interessato.
Tutto nasce da video e immagini osé di una dottoressa di 40 anni di Brescia. Quello che doveva rimanere privato, un gioco con un amico, è diventato di dominio pubblico, con migliaia di visualizzazioni alimentate dalle applicazioni whatsapp e telegram.
A contribuire alla diffusione c’è anche il vigile che abita a Pinerolo, ma non lavora in città. Lui ha diffuso questo materiale in una chat tra colleghi ed è finito nei guai assieme ad altre 9 persone (di cui 2 donne), tra cui un ex calciatore del Brescia e la figlia di un allenatore di calcio. Il sostituto procuratore Benedetta Callea ha comunicato la conclusione indagini e ha dato agli indagati 20 giorni per farsi ascoltare o presentare una memoria difensiva.
La vicenda è stata raccontata dal Giornale di Brescia, che rivela come alla donna sia costata il licenziamento da uno studio privato e la presenza di maniaci davanti alla sua abitazione, perché in alcune chat erano presenti anche il suo numero di telefono e l’indirizzo di casa.
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