Sono in osservazione al "Michele e Pietro Ferrero" di Verduno i componenti della famiglia di origine nigeriana – una donna 38enne, insieme ai suoi tre figlioletti, due gemelli di cinque anni e un neonato di pochi mesi – che nella serata di ieri è stata vittima di un’intossicazione da monossido di carbonio.
I fatti verso la mezzanotte, nell’appartamento nel centro di Castiglione Tinella dove la donna vive insieme ai figli come badante di un anziano, da un paio di giorni non presente in casa in quanto a sua volta ricoverato in ospedale.
A causare l’intossicazione l’accensione di un piccolo braciere in ghisa, cui la donna era ricorsa nell’intento di riscaldare la camera da letto occupata dall’intera famiglia. Mentre anche lei si addormentava al fianco dei figlioletti, la fiamma libera emessa dallo scaldino ha infatti presto consumato l’ossigeno presente all’interno del locale, non opportunamente aerato, provocando lo sprigionarsi del venefico gas.
Provvidenziale il rinvenire della madre, allorquando i bambini hanno preso a tossire e ad accusare conati di vomito. Pur stordita, per effetto dell'azione che il monossido opera sull'ossigenazione del sangue, la 38enne è comunque riuscita ad allertare i soccorsi.
Primi ad arrivare sul posto, i militari di una pattuglia dei Carabinieri della Stazione di Santo Stefano Belbo, in turno notturno sul territorio. La donna è riuscita ad aprire la porta dell’appartamento ai militari, che introdottisi all’interno hanno provveduto a portare in salvo i quattro, poi soccorsi dai sanitari intanto giunti intanto sul posto insieme ai Vigili del Fuoco e a una piccola folla di persone che, allarmata dal trambusto, si era intanto raccolta presso l’abitazione.
Madre e figli al momento sono ora sottoposti a opportuna terapia in ospedale. Fortunatamente non sarebbero in pericolo di vita.
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