Il Nazionale

Cronaca | 21 novembre 2020, 09:23

Tentano di sequestrare un imprenditore genovese: 6 arresti della Polizia a Varazze. Coinvolto anche un astigiano (VIDEO)

L'operazione ha coinvolto un gruppo "avvezzo alla violenza e alle intimidazioni" operativo tra il savonese ed il Piemonte, solito usare la forza nei confronti dei propri creditori. Base operativa l'albergo "La Vela" di Varazze

Tentano di sequestrare un imprenditore genovese: 6 arresti della Polizia a Varazze. Coinvolto anche un astigiano (VIDEO)

Spaccio di droga, sequestro di persona e minacce con armi da fuoco. Questo quanto emerso dalla maxi operazione condotta dagli uomini della Polizia di Stato di Savona in collaborazione con la Squadra Mobile di Genova e le unità cinofile, antisabotaggio e antidroga che ha portato, nella serata di ieri, all'arresto a Varazze di un gruppo di sei persone (4 uomini e due donne), tutti italiani, Un gruppo di incensurati definito però "avvezzo alla violenza e alle intimidazioni".

Tra loro Bruno Pavese, 41, nativo di Acqui, con residenza a Sessame.

"L'operazione nasce da un'attività di indagine molto articolata e complessa avviata nell'agosto scorso in materia di spaccio di sostanza stupefacenti nei confronti di soggetti malavitosi gravitanti prevalentemente nel savonese e in Piemonte" ha spiegato il questore Giannina Roatta.

A dare una sterzata è arrivata però nei giorni scorsi, quando gli agenti hanno captato le intenzioni del gruppo di procedere ad un sequestro di persona a scopo di estorsione. L'attività criminosa del gruppo prevedeva infatti l'utilizzo frequente della forza nei confronti dei propri creditori, ma nei giorni scorsi i protagonisti della vicenda hanno deciso di compiere un ulteriore passo e procedere ad un sequestro di persona presso l'hotel "La Vela" di via Sardi (gestito da uno degli arrestati) nella cittadina dell'estremo levante savonese, teatro poi nella serata di ieri del blitz decisivo.

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L'associazione a delinquere, come l'ha definita la dirigente della Squadra Mobile savonese Rosalba Garello, ha contattato nei giorni scorsi un facoltoso imprenditore genovese operativo nel mondo dei catering (che non aveva mai avuto contatti con questi soggetti) con la scusa di effettuare un sopralluogo nell'hotel per un ricevimento, ovviamente non reale, che si sarebbe dovuto svolgere nel prossimo marzo. In realtà in una delle stanze dell’hotel era stato progettato di rinchiudere l’uomo  al fine di farsi consegnare, anche con violenza fisica, un’ingente somma di denaro, in cambio della libertà. 

L'uomo però, con la scusa di un atto preventivo di controllo da parte della Polizia nell'ambito del monitoraggio anti Covid, è stato intercettato e fermato per essere quindi sostituito da un poliziotto della squadra mobile che si è recato nell'albergo varazzino facendo scattare il piano dei criminali e delle forze dell'ordine, in grado così di cogliere sul fatto gli indagati e procedere agli arresti.

IL BLITZ

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Oltre agli arresti, gli uomini coordinati dal sostituto procuratore Claudio Martini hanno provveduto, dopo diversi sopralluoghi anche a Torino, al sequestro, oltre che dell'hotel stesso, di circa 1 kg di marijuana, 65 grammi di cocaina, 4 autovetture e di una serie di strumentazioni utili nelle diverse fasi del sequestro di persona, come tre armi da fuoco modificate e non catalogate semiautomatiche (uno degli arrestati aveva in tasca un caricatore con 5 cartucce, la pistola conficcata nei pantaloni e aveva indossato un guanto per non lasciare impronte sull'arma), due corde, un passamontagna, guanti, delle fascette contenitive, un lenzuolo, e delle pinze per immobilizzare la vittima.

I reati ipotizzati a carico degli arrestati (Claudio Isosceli, 43 anni, di Torino, titolare dell'albergo, Davide Termine, 25, anche lui con residenza a Torino, Bruno Pavese, 41, nativo di Acqui, con residenza a Sessame, Asti, Davide Girlanda, 35, di Piossasco, Samantha Pluchino, 25, originaria di Cuneo e Viviana Amoretti, 28, di Pavia) sono quindi, oltre alla detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, la detenzione di armi e quella di tentato sequestro di persona a scopo di estorsione. Reato, quest'ultimo, di competenza della DDA per il quale è stato aperto un procedimento presso la procura della Repubblica di Genova.

Luciano Parodi e Mattia Pastorino

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