Fino a poco tempo fa li chiamavano eroi, regalavano loro pizze e gli rivolgevano gesti di gratitudine. Oggi per il personale sanitario torinese, la solidarietà sembra aver lasciato spazio alla violenza, alla rabbia ingiustificata: è di qualche giorno fa l’ennesima aggressione che ha visto come vittima un infermiere dell’ospedale San Giovanni Bosco, preso a pugni da un uomo in pronto soccorso.
L’episodio è avvenuto tra la sala d’attesa e la zona di ingresso delle ambulanze, dove un uomo ha iniziato ad andare su tutte le furie senza alcun motivo, a urlare e a prendere a calci il bidone dell’immondizia presente. Quando un infermiere è intervenuto per provare a tranquillizzarlo, invece di darsi una calmata, il soggetto ha provato a tirare un pugno all’infermiere, mancandolo di poco. Un gesto notato dalla guardia in servizio, che ha bloccato l’esagitato e chiamato le forze dell’ordine.
Se l’intervento della polizia avrebbe dovuto in qualche modo fermare la furia dell’aggressore, in realtà l’uomo è andato nuovamente su tutte le furie durante il confronto tra gli agenti e l’infermiere: in un primo momento ha insultato i poliziotti, poi dopo l’ennesima richiesta di mettersi bene la mascherina, ha sferrato un pugno in pieno volto all’infermiere. L’uomo, immobilizzato dagli agenti che hanno assistito all’aggressione, è stato ammanettato e portato via.
Per l’infermiere nessun danno fisico rilevante, ma tanta amarezza: “Ci sono rimasto davvero male, è un brutto colpo per il morale” spiega il ragazzo. Solo qualche giorno fa a un suo collega era andata persino peggio: colpito da una testata, si era rotto il setto nasale.
Gli episodi si susseguono con una velocità disarmante e fanno suonare un campanello d’allarme: negli ospedali, tra negazionisti, aggressioni e persone sempre più agitate, sembra di stare in una polveriera pronta ad esplodere.
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