Anche dal carcere minacciava la moglie e le due figlie di morte, una rabbia che durava da anni e che non aveva mai smaltito nonostante le diverse misure adottate nei suoi confronti di uomo violento e senza lavoro.
A. EG, 57 anni, cittadino marocchino, tre condanne definitive per reati di lesioni e maltrattamenti in famiglia con diverse carcerazioni in istituti, compreso un periodo di domiciliari presso una comunità dell'Astigiano, attualmente era rinchiuso ad Alessandria e la sua pena sarebbe scaduta nel 2022.
Nonostante fosse in carcere le minacce continuavano
Ma anche dal carcere riusciva a rendere infernale le vite, soprattutto delle due figlie minori con chiamate dove annunciava che avrebbe ammazzto presto la madre.
Quando le figlie hanno rifiutato le sue telefonate, ha mandato ben 50 lettere alla moglie con minacce di morte. Il magistrato di sorveglianza allora, ha impedito qualunque forma di comunicazione con la famiglia ma A. ha trovato un escamotage per continuare i suoi tormenti, spedendo le lettere a un vicino di casa, intimandogli di consegnarle alla famiglia.
Una vita di violenze
Nel suo "curriculum" processuale sono tanti gli atti di violenza verso la famiglia: percossa, urla, lanci di oggetti nei confronti della moglie che aveva anche minacciato con un coltello e solo l'intervento di una delle figlie (all'epoca molto piccola) che aveva chiesto aiuto, aveva scongiurato il peggio.
Per evitare che, all'uscita del carcere, l'uomo possa far realmente del male alla famiglia, la Procura di Asti ha chiesto al Tribunale di Torino un provvedimento di sorveglianza speciale di tre anni che gli impone anche di trovare un lavoro, tenersi ad una distanza di almeno 1 chilometro dalla famiglia (che attualmente vive ad Alba) e di allontanarsi in caso di incontro occasionale.
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