"Se per paura che moriamo ci chiudono e non ci fanno piú vivere moriamo lo stesso". Parole di Gianpaolo Bordino, presidente dell'Ubat (Unione battitori ambulanti torinesi), che nel pomeriggio, insieme a un centinaio di venditori ambulanti, si é ritrovato sotto la sede della prefettura di Torino per chiedere alle istituzioni di modificare il dpcm redatto dal Governo e non chiudere i banchi non alimentari degli ambulanti.
<script type="text/javascript" src="//services.brid.tv/player/build/brid.min.js"></script>
<script type="text/javascript"> $bp("Brid_9064", {"id":"23608","width":"16","height":"9","video":"673680"}); </script>
"Il decreto presenta delle disparità - spiega Bordino - salva alcune categorie mentre altre come la nostra vengono chiuse e abbandonate al loro destino. Siamo convinti che su un'area pubblica il mercato, anche quello non alimentare, con i dovuti accorgimenti si possa continuare fare. Il nostro in fondo é un problema di sopravvivenza".
In piazza con l'Ubat erano presenti i referenti del Goia, il Gruppo organizzato imprese autonome, che hanno distribuito dei volantini con la scritta "Conte cosí non ci salvi, ci uccidi".
Commenti