La presidente del Comitato Ricordo Vittime Ponte Morandi, Egle Possetti, all'attacco per le lungaggini nel processo che deve stabilire le responsabilità eventuali per il crollo del viadotto e la morte delle 43 vittime.
"La misura orami è colma, i tempi tecnici necessari sono stati ampiamente superati, le complesse indagini, anche con il prolungamento Covid, dovrebbero essere terminate - si legge nella nota stampa del Comitato -. Cosa devono ancora vedere alcuni periti dei trefoli del reperto 132? Sarebbe interessante capire cosa possa essere ancora ignoto. O forse è tutto troppo chiaro ed alcuni periti cercano di fare tecnicamente “melina”?".
"Per noi - si legge ancora nel documento - sono ben chiari i motivi del crollo del ponte, e quindi siamo stufi di sentire messaggi che tendono a travisare la realtà gettando fanghiglia sul terreno, adducendo come motivazioni del crollo cariche esplosive, bobine, meteoriti, ufo, eccetera. Siamo molto perplessi che possano ancora esserci “incertezze” fra alcuni dei professionisti in campo. Non vorremmo che nelle “panzane” in preparazione magari emergesse anche un “suicidio di massa di 43 persone”, la fantasia è sempre molto vivida ma purtroppo come ben sappiamo in molti casi la dignità è veramente poca. Auguriamo ancora buon lavoro a tutti, ma i nostri morti hanno bisogno di celere verità".
"Il potere, di norma come avvenuto in altre stragi, cerca di ritardare, sviare, oscurare, coprire, fuggire ma la verità è solare ed ancora una volta tenteremo con tutta la nostra forza di farla emergere dal limbo, forte come una colonna di un vulcano affinché nessuno possa dire di non averla vista. Noi siamo qui in attesa e pronti", conclude Egle Possetti.
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