Il Nazionale

Cronaca | 28 settembre 2020, 07:20

La storia di Chanthy: da Torino alla Cambogia, un assist per trasformare un canestro in una speranza di vita migliore [FOTO]

Grazie a un messaggio sui social, una ragazza di 17 anni ha coinvolto Bruno Cerella e Tommaso Marino nella creazione di una Basketball Academy nella baraccopoli di Phnom Penh

La storia di Chanthy: da Torino alla Cambogia, un assist per trasformare un canestro in una speranza di vita migliore [FOTO]

Un appello affidato ai social network che è diventato realtà grazie (anche) a una palla a spicchi. E' la storia che vede protagonista Chanthy Vergnano, 17 anni, originaria della Cambogia, ma che vive a Torino con la sua famiglia adottiva ed è una grande appassionata di pallacanestro. Insieme a due suoi "idoli", adesso è riuscita a porre i primi mattoni di una Basketball Academy per i ragazzi della baraccopoli di Phnom Penh, offrendo loro una nuova prospettiva di vita.

Ma andiamo con ordine. Chanty frequenta il liceo sportivo di mattina e tutti i pomeriggi si allena con la sua squadra, la Polismile Torino, dove gioca da play-guardia. Ma quando il lockdown ha vietato anche a lei la possibilità di sfogare le proprie energie nello sport, ha deciso di dedicarsi a un'idea solidale. “Era marzo - racconta - e le giornate scorrevano lente tra compiti e allenamenti individuali. Un pomeriggio mentre scorrevo le stories di Instagram, ho visto un box domande di Bruno Cerella, (giocatore della Reyer Venezia, originario di Bahia Blanca come il grandissimo Manu Ginobili, ndr) uno dei miei idoli insieme a Tommaso Marino (oggi a Scafati, ndr), che stimo molto anche per il lavoro che fanno con Slums Dunk. Mi sono fatta coraggio e ho deciso di chiedergli semplicemente se gli sarebbe interessato collaborare per un progetto a sostegno dei bambini cambogiani. Beh, quasi non ci credevo, ma Bruno mi ha risposto! È stata un’emozione grandissima e anche l’inizio di tutto”.

I genitori di Chanthy, Paolo e Daniela, hanno infatti fondato nel 2008, insieme ad altre famiglie torinesi che hanno adottato bambini cambogiani, l'associazione Waltzing Around Cambodia, per creare un “ponte” con un Paese, tra i più poveri dell’Asia, dove circa il 34% della popolazione vive con meno di un dollaro al giorno. Uno degli progetti più significativi per il quale vengono inviate le donazioni è Le Restaurant des Enfantes de la Rue (Il Ristorante dei Bambini di Strada), una struttura dove ogni giorno circa 200 bambini della capitale Phnom Penh, orfani o mendicanti, possono ricevere un pasto e un minimo di igiene: al suo interno si trovano infatti alcune docce ed è stato attivato un servizio per tagliare i capelli. In Cambogia, circa la metà dei bambini è malnutrita e uno su otto non raggiunge il quinto anno di vita a causa di malattie spesso evitabili. Dal 2010 ad oggi il Ristorante ha servito oltre 700.000 pasti. Dal 2011 inoltre viene data la possibilità ai ragazzi di imparare a leggere e scrivere e di apprendere qualche rudimento scolastico.

“In più di 10 anni ne abbiamo fatta di strada, grazie alla generosità delle persone - spiega Chanthy, che aiuta suoi genitori con l’attività dell’associazione -. Sentivo però che mancava ancora un pezzo a quello che potevamo fare: volevo che quei bambini, oltre alla scuola, potessero vivere dei momenti ricreativi e condividere le gioie del basket così come ho avuto la fortuna di fare io in Italia. Allora ho deciso di contattare Bruno e Tommaso”.

Al messaggio di marzo, sono seguite una serie di videochiamate tra Chanthy e Bruno e, a luglio, un incontro a Milano: da lì è nato davvero il progetto Basketball Academy in Cambogia. “Quando ho ricevuto la chiamata di Chanthy ho subito pensato ‘Slums Dunk deve portare il suo progetto anche in Asia!’ - spiega Bruno Cerella -. Dal 2011 a oggi abbiamo attivato 5 Basketball Academy, in altrettante zone degradate e problematiche dell’Africa e del Sudamerica. Siamo presenti in Kenya, Zambia e Argentina e la Cambogia è un altro importante tassello del nostro progetto che ha l’obiettivo di far conoscere e insegnare il basket come strumento educativo allo sport e alla vita”.

Ma come nasce una Basketball Academy? “È un gioco di squadra e noi abbiamo costruito negli anni un team di persone fantastiche, che mettono anima e corpo per aiutare chi è meno fortunato. Soprattutto adesso, con le difficoltà di viaggiare legate al Covid, diventa fondamentale il lavoro dei nostri collaboratori sul posto, che seguiamo a distanza praticamente in tempo reale: in Cambogia stanno facendo i primi sopralluoghi per trovare il terreno dove fare il campo; è sufficiente che sia una superficie pianeggiante alle due estremità della quale montare i canestri e poi la magia del basket fa il resto. Per questi bambini e ragazzi è già un traguardo divertirsi spensierati, anziché andare a lavorare prima del tempo e in condizioni di sfruttamento”.

Ci sono poi i materiali da raccogliere e da inviare sul posto, come i canestri mobili, i palloni e anche quaderni e penne per lezioni teoriche: “Passo dopo passo, faremo formazione a un gruppo di ragazzi che poi saranno gli allenatori, costruiremo gli edifici dove si terranno le lezioni teoriche e la nuova Basketball Academy di Slums Dunk prenderà forma”.

M.Sci

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