Depressione, rapporti difficili in famiglia, momenti di buio in cui sarà difficile fare luce e soprattutto un enorme dolore lasciato alle persone che adesso cercano di darsi una spiegazione di un gesto così terribile.
La giornata successiva alla tragedia che ha squarciato la notte a Rivara Canavese è scandita da ore di dubbi e di sofferenza. Ma mentre si ricostruiscono dinamica e movente, i carabinieri si stanno concentrando anche su un altro elemento dell'omicidio-suicidio che alle due di lunedì ha visto un operaio di 47 anni, Claudio Baima Poma, prendere una pistola e sparare mortalmente al figlio di 11 anni, Andrea, prima di rivolgere l'arma contro di sé.
Proprio quella pistola è uno dei tasselli che non trova collocazione, in questo mosaico tragico. L'arma non aveva la autorizzazioni necessarie per essere tenuta in casa e quindi i militari ora stanno indagando per capire come abbia fatto l'uomo a procurarsela.
Ecco perché l'arma sarà trasmessa ai Ris di Parma dopo i rilievi del nucleo investigativo del comando provinciale Torino sulla scena del delitto.
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