Il Nazionale

Cronaca | 15 settembre 2020, 13:00

Maxi operazione “Ponente forever”: 46 arrestati e sequestri per 900.000 euro tra Italia, Francia e Portogallo (Video)

Per i 13 ponentini le accuse sono di: detenzione e traffico di armi e sostanze stupefacenti, fabbricazione e possesso di documenti di identità falsi e procurata inosservanza di pena aggravate dalla modalità mafiosa per aver agevolato la latitanza di un affiliato alla 'ndrangheta

Maxi operazione “Ponente forever”: 46 arrestati e sequestri per 900.000 euro tra Italia, Francia e Portogallo (Video)

I vertici del Ros di Genova hanno reso noti questa mattina i dettagli dell’operazione che ha visto in azione alle prime luci dell’alba decine di Carabinieri a Ponente, impegnati insieme alla Gendarmerie francese per una vasta operazione. L'indagine è coordinata dalla Dda di Genova e dai magistrati francesi. A destare particolare attenzione è stato l’elicottero dei militari che, alle 5, prima che il sole sorgesse, ha sorvolato per diversi minuti il centro di Sanremo.

L’operazione ha portato all’esecuzione di 46 provvedimenti restrittivi e a sequestri in Italia, Francia e Portogallo per un totale di 900 mila euro. Il tribunale di Genova, su richiesta della locale Procura della Repubblica, ha emesso: un’ordinanza di custodia cautelare a carico di 13 soggetti indagati per detenzione e traffico di armi e sostanze stupefacentifabbricazione e possesso di documenti di identità falsi e procurata inosservanza di pena aggravate dalla modalità mafiosa per aver agevolato la latitanza di un affiliato alla ‘ndrangheta. Sequestrati anche beni per 300 mila euro; un provvedimento restrittivo emesso dalle autorità francesi per 33 soggetti accusati di banda armataassociazione finalizzata all’importazione ed esportazione di stupefacenti e armiriciclaggio e rapina. In Francia e in Portogallo hanno sequestrato beni per circa 600 mila euro

I 13 ponentini fermati sono tutti soggetti legati al mondo della droga, solo pochi di loro sono incensurati. Arrestati anche cinque acquirenti dello stupefacente.
La peculiarità del principale indagato Carmelo Sgrò, definito dagli inquirenti come “un vero e proprio “broker della droga”, era legato familiarmente con la 'ndrangheta, legame rinforzato dall'aiuto alla latitanza del boss. Era in grado di rifornirsi non solo dalla Francia ma anche dal nord Italia grazie ai suoi legami: oltre 90 chili di traffici documentati fra cocaina, hashish e marijuana. I nomi dei 13 arrestati italiani non sono ancora stati resi noti siccome in Francia indagini. Domani saranno annunciati in una conferenza stampa a Marsiglia.

Le indagini in sinergia con le autorità francesi e italiane hanno permesso di individuare l’esistenza di una rete tra Italia, Francia, Belgio e Olanda interessata alla provvista e alla distribuzione di armi e ingenti quantitativi di droga di diversi tipi. Le indagini del ROS avviate nel 2018 hanno permesso di: documentare plurime cessioni di narcotici (cocaina, hashish e maijuana) e armi anche da guerra (Skorpion e Ak 47 - Kalashnikov) tra Sgrò e l’indagato francese posti rispettivamente a capo di reti operanti in Liguria e in Costa Azzurra con propaggini in Belgio e Olanda; arrestare in flagranza cinque soggetti interessati al movimento di droga e a censire canali di distribuzione dello stupefacente sul territorio ligure; individuare un gruppo di albanesi che riforniva il circuito criminale di ingenti quantità di cocaina.

In tale quadro, ulteriori approfondimenti sulla famiglia di Carmelo Sgrò hanno consentito di verificare che avrebbe favorito la latitanza di Filippo Morgante, esponente della cosca Gallico, provvedendo ai suoi spostamenti, fornendogli documenti di identità falsi, mettendo a disposizione immobili anche in Francia e sostenendolo economicamente con i proventi dell’attività illecita. Lo stesso Sgrò, inoltre, risulterebbe essersi avvalso di esponenti della cosca Gallico, legati alla famiglia di narcotrafficanti calabresi Magnoli stanziati a Vallauris, per recuperare in Francia una partita di 11 chili di cocaina sottrattagli dagli indagati francesi e approvvigionati da un gruppo di albanesi.

Le indagini della Gendarmeria Francese, avviate a seguito di un ingente sequestro di hashish proveniente dalla Spagna, oltre a confermare i rilevanti interessi nel settore del narcotraffico, hanno consentito di raccogliere elementi di indagine sulla disponibilità da parte di soggetti dimoranti in Francia di numerosi immobili adibiti alla lavorazione e stoccaggio degli stupefacenti e di accertare articolate operazioni di riciclaggio dei proventi illeciti effettuare mediante l’acquisto di beni, immobili di lusso e attività commerciali in Francia e Portogallo. L’attivazione della Squadra Investigativa Comune ha consentito la piena condivisione e utilizzo degli elementi di prova raccolti da ROS e Gendarmeria nelle rispettive giurisdizioni, confermandosi come uno dei più efficaci strumenti di contrasto alla criminalità organizzata internazionale. Da sottolineare anche il ruolo svolto da Europol e dalla Direzione Centrale per i Servizi Antidroga grazie al quale è stato possibile approfondire, sviluppare e condividere con continuità le acquisizioni investigative tra Italia e Francia.

Le interviste

Il risultato è l’esito di una articolata attività investigativa condotta inizialmente dai Carabinieri di Genova e poi, in sinergia con le autorità francesi, con il coordinamento di Eurojust e con l’ausilio del Magistrato di collegamento francese, dalla Procura di Genova, Dda e antiterrorismo e dal JIRS di Marsiglia nel 2019 quando si sono evidenziate convergente tra le investigazioni svolte in Francia che hanno riguardato Carmelo Sgrò legato anche da vincoli parentali alla cosca Gallico di Palmi (RC) e un narcotrafficante francese in rapporti con la famiglia Magnoli di Gioia Tauro da anni insediata in Costa Azzurra.

Pietro Zampedroni - Carlo Ramoino

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