Il Nazionale

Cronaca | 15 settembre 2020, 06:55

Inchiesta 'Cops': gli indagati vivevano come nababbi, pur risultando nullatenenti, percepivano reddito di cittadinanza e bonus 'covid'

Nuovo filone investigativo dei Carabinieri di Imperia. Tutto parte dagli accertamenti compiuti sulla banda di presunti truffatori di anziani al cui vertice ci sarebbe il 57enne nomade astigiano Enzo Agazzi

Inchiesta 'Cops': gli indagati vivevano come nababbi, pur risultando nullatenenti, percepivano reddito di cittadinanza e bonus 'covid'

Truffatori spregiudicati da un lato, che, nello stesso tempo avrebbero chiesto 'aiuti' allo Stato attraverso il reddito di cittadinanza e il bonus 'covid'. 

Questo è il nuovo filone investigativo che prende le mosse dagli sviluppi dell’inchiesta ‘Cops’ condotta dai Carabinieri di Imperia, Asti e Torino, e che ha visto nei giorni scorsi eseguire 10 misure cautelari.  Un'indagine lampo avviata a febbraio che ha portato al fermo di 3 persone già in carcere, altre 3 (tutte della provincia di Asti) sono finite agli arresti domiciliari e per altre 4 persone è scattato l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Le accuse sono, a vario titolo quelle di intestazione fraudolenta di beni al fine di eludere la legge sulle misure di prevenzione patrimoniali e riciclaggio.

IL NOMADE ENZO AGAZZI, DOPO AVER TRUFFATO DECINE DI ANZIANI, VIVEVA NEL LUSSO MA PERCEPIVA IL REDDITO DI CITTADINANZA

Tutto nasce dall’indagine che ha monitorato gli affari illeciti del gruppo capeggiato presumibilmente dal 57enne Enzo Agazzi, residente nell'astigianoil quale, grazie ad alcuni complici, avrebbe truffato decine di anziani tra Imperia, Diano Marina e dintorni, ma anche nel nord Italia. Grazie ad uno stratagemma criminale la banda avrebbe accumulato 200 mila euro nei mesi antecedenti all’emergenza sanitaria dovuta al contagio da coronavirus. 

Adesso, però si apre un nuovo scenario. Carabinieri imperiesi, agli ordini del tenente colonnello Pierluigi Giglio infatti, stanno indagando su una serie di richieste relative alla percezione del reddito di cittadinanza e anche per l’ottenimento del bonus 'covid': le somme stanziate dal Governo per sopperire alla mancanza d’entrate a causa della chiusura delle attività imposta a seguito del lockdown.

Eppure i membri del gruppo, e soprattutto Agazzi, non avrebbero avuto problemi di soldi poiché il bottino accaparrato a scapito delle povere vittime avrebbe permesso loro di disporre di ingenti somme di denaro. Per gli inquirenti infatti, siamo davanti all’esistenza di un gruppo di persone dedite alla commissione di reati predatori ed in particolare di furti in abitazione, tentati e consumati nel 2019. Non è un caso che l’inchiesta si chiami 'Cops'.

"INDAGAVA" SU UN GIRO DI BANCONOTE FALSE, QUESTA LA SCUSA

Agazzi è finito in cella insieme a Francesco Franco, 23 anni, e Michele Costa di 39. In particolare, mentre  i due presunti complici, Franco e Costa, garantivano il sostegno logistico e operativo, facendo da “palo” o autisti, Agazzi, ritenuto a capo della banda, si presentava presso l’abitazione di persone anziane come appartenente alle forze di polizia, motivando la propria presenza per indagare su un giro di banconote false. Precisava alle vittime che erano state oggetto di truffe da parte di impiegati infedeli degli istituti di credito dove avevano il conto corrente, chiedendo quindi di visionare il denaro in loro possesso per verificare se fosse falso. Una volta mostrate le banconote Agazzi affermava che erano false e quindi le tratteneva. Uno stratagemma diabolico che avrebbe permesso ad alcuni membri del gruppo di condurre un tenore di vita ben al di sopra delle loro possibilità, considerato che sulla carta erano nullatenenti o poco più.

LA VILLA EXTRA LUSSO SEQUESTRATA AD ASTI

Grazie poi, a prestanome il denaro rubato veniva 'riciclato' per evitare che potesse oggetto di sequestro. All’esito dell’inchiesta ‘Cops’ invece, sotto sequestro è finita la villa, sita nella zona Nord-Est di Asti, in cui Agazzi abitava. Un immobile lussuoso di 400 metri quadri, con tanto di Jacuzzi da 10 metri quadrati e maniglie delle porte in cristallo e moltissimi arredi in oro, campo da tennis e calcetto, un parco annesso e la piscina, che non è direttamente riconducibile a lui in quanto molti dei suoi beni sono stati intestati alla famiglia. Da un lato quindi, il lusso sfrenato e dall’altro le richieste di sostegno avanzate allo Stato: toccherà ai Carabinieri di Imperia tirare le somme della vicenda che più passa il tempo più traccia nuovi orizzonti investigativi.

Angela Panzera - Betty Martinelli

Commenti