Il Nazionale

Cronaca | 11 settembre 2020, 17:05

Carpentiere restò gravemente ferito durante lavori di ristrutturazione presso uno stabilimento a Garessio: il responsabile della sicurezza a processo per lesioni colpose

L’infortunio avvenne nel 2017, in udienza la vittima ammette: “Non avevo indossato l’imbracatura correttamente”

Carpentiere restò gravemente ferito durante lavori di ristrutturazione presso uno stabilimento a Garessio: il responsabile della sicurezza a processo per lesioni colpose

Il 4 aprile 2017 un operaio era caduto da un’altezza di circa 7 metri durante alcuni lavori di ristrutturazione presso uno stabilimento in Garessio, facente parte di una multinazionale farmaceutica. Il 33enne, residente a Bagnasco, aveva riportato numerose fratture, con una malattia di 7 mesi.

Davanti al tribunale di Cuneo è a processo con l’accusa di lesioni colpose A.N., responsabile per la sicurezza della ditta con sede a Montezemolo per la quale la vittima lavorava come carpentiere. Questi, avendo ottenuto il risarcimento, ha ritirato la costituzione di parte civile.

L’infortunio avvenne durante i lavori di sostituzione di un reattore. L’operaio stava completando la copertura dell’apertura lasciata nel pavimento dalla rimozione del serbatoio quando, per una disattenzione, precipitò nel foro stesso, nonostante stesse indossando l’imbracatura. E proprio qui sta il punto del procedimento. Perché l’operaio, dopo essersi più volte contraddetto, ha riconosciuto che quella mattina non l’avrebbe cinta correttamente, forse “per comodità”.

Lui stesso ha affermato di aver seguito i corsi sulla sicurezza teorici e pratici sui dispositivi di protezione individuali e collettivi organizzati dalla sua ditta. Così come confermato dal collega che quel giorno si trovava con lui, che però non assistette alla caduta.

Neppure il caposquadra, sentito anch’egli come testimone dal pm Attilio Offman, aveva visto precipitare il collega: “Ho applicato tutte le procedure di sicurezza così come aveva spiegato il responsabile A.N., che incontravo due volte alla settimana in sede a Montezemolo. Anche perché è così che ci insegnano. N. era rimasto molto preoccupato che l’imbracatura non avesse funzionato. Tempo dopo alcuni colleghi riferirono che l’operaio aveva ammesso di aver srotolato il cavo perché gli dava fastidio”.

L’udienza è stata rinviata al 16 ottobre per l’audizione di altri testi dell’accusa.

Monica Bruna

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