Circa 150 morti (più 80 dispersi), oltre 5.000 feriti e 300mila persone rimaste senza casa. Questi i crudi numeri del disastro provocato dalla doppia esplosione di martedì scorso a Beirut, in Libano. Una delle deflagrazioni più imponenti degli ultimi tempi che, soprattutto per le diverse immagini catturate dai cellulari e riversati in rete.
A Beirut c’è anche una sanremese d’adozione, Marcelle Nassif, che vive nella città dei fiori dopo il matrimonio con Federico Crespi. Marcelle era, fortunatamente, a circa 50 km dal luogo dell’esplosione martedì scorso ma, ovviamente, ha vissuto e sta vivendo il dramma di Beirut, una città ripiombata improvvisamente nei ‘venti di guerra’ che ha vissuto per decenni.
“E’ un periodo difficile – ci ha detto Marcelle - perché anche qui si lotta contro il Covid e siamo sempre in lock down, senza dimenticare la fortissima crisi economica che, forse, non abbiamo vissuto nemmeno durante la guerra. Personalmente ero in quella zona al mattino mentre, alla sera sono tornata nella casa di montagna. Quello che hanno raccontato i media è quanto realmente accaduto e anche noi abbiamo visto il devasto nel raggio di 20 km”.
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Hai visto qualcosa della zona colpita dall’esplosione: “Non ho osato avvicinarmi alla zona del disastro anche perché ci hanno parlato della presenza di gas tossici, ma ho amici e parenti che mi hanno descritto una situazione drammatica ma si parla di responsabilità dello Stato, sia per la presenza del nitrato di ammonio pericolosissimo da anni, senza dimenticare che sarebbe stato possibile evacuare la zona perché c’è stata un’ora di differenza tra la due esplosioni. La guerra è ufficialmente finita nel ’90 con il ritiro delle forze israeliane (nel 2000) e siriana (nel 2006) ma siamo sempre sotto minacce che coinvolgono il Libano. Il lato positivo sono gli aiuti e gli interventi che si stanno muovendo a livello mondiale e stamattina è arrivato anche il presidente francese Macron”.
Tu vivi tra Sanremo e Beirut. Ci sono differenze? “Non ce ne sono molte. Io vivo a 20 chilometri dalla città e, effettivamente, sono molto simili, tra mare e montagne vicine. Ad esempio mi sento molto più a casa a Sanremo che a Damasco. A tal proposito vorrei ringraziare tutti gli amici che mi hanno espresso la loro solidarietà in questi difficili momenti. Ho avuto conferma dell’aspetto umano degli italiani, dei liguri e dei sanremesi, oggi anche miei concittadini”.
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