Il Nazionale

Cronaca | 03 agosto 2020, 12:37

Arrestati nell'Astigiano i responsabili dell'omicidio dell'ex gioielliere sanremese Luciano Amoretti [FOTO e VIDEO]

L'autore dell'omicidio, reo confesso, è un 63enne nicese, arrestato nel corso della notte insieme a un complice 50enne che dovrà rispondere di complicità in omicidio

Arrestati nell'Astigiano i responsabili dell'omicidio dell'ex gioielliere sanremese Luciano Amoretti [FOTO e VIDEO]

È un 63enne di Nizza Monferrato il killer di Luciano Amoretti, 76 anni, l'ex gioielliere assassinato nella notte tra sabato e domenica nel suo appartamento di corso Garibaldi a Sanremo. Gli agenti della Squadra mobile coordinati dal commissario Giuseppe Lodeserto, con la collaborazione degli agenti del commissariato di polizia di Sanremo lo hanno arrestato la scorsa notte insieme a un presunto complice di 50 anni, per ora accusato di concorso in omicidio.

L'uomo ha subito confessato il delitto. Secondo quanto riferiscono gli inquirenti si sarebbe mostrato collaborativo e ha indicato il luogo in cui si trovava l'arma del delitto, un martello da muratore, con cui Amoretti è stato ripetutamente colpito alla testa. L'arma poi è stata abbandonata vicino a un fiume nell'astigiano, insieme ai telefono cellulari.



Decisive, per l'individuazione dell'assassino, le telecamere di sorveglianza, definite dal procuratore capo Alberto Lari, 'all'avanguardia', ma soprattutto la testimonianza di un vicino di casa, che ha udito la lite tra i due. Grazie alle immagini estrapolate gli investigatori hanno visto il volto dell'uomo e hanno notato che indossava un paio di pantaloni gialli. I vestiti, però li ha gettati nel fiume, così almeno ha riferito agli inquirenti, e quindi non sono stati rinvenuti considerato che nella serata di sabato su quella zona si è abbattuto un forte temporale. Il movente è da ricercare in questioni economiche legate all'attività professionale dei due. Secondo la ricostruzione degli agenti della Mobile, i due si sarebbero visti alle 21 di sabato alla stazione di Sanremo e si sarebbero diretti verso casa di Amoretti, dove avrebbero cominciato a litigare, fino al tragico epilogo.

Il procuratore capo di Imperia, Alberto Lari, ha sottolineato come "ci sono volute meno di 24 ore", per risolvere il caso. "È iniziata un’attività di indagine ad horas, ha proseguito Lari,  tutte le forze dell’ordine si sono concentrate su Sanremo, immediatamente sono state prese le videosorveglianze, sono stati acquisti i tabulati. Incrociando i dati è stato dato un volto alla persona, le abilità delle forze dell’ordine hanno fatto sì di dare un nome a questa persona che era stata vista incontrarsi con Amoretti vicino alla vecchia stazione di Sanremo. Una persona che non era di solita frequentazione, di Nizza Monferrato. È stato solo l’intuito investigativo delle forze dell’ordine a dare un nome alla persona. Ci sono stati i riscontri che hanno portato all’arresto questa notte e il rinvenimento dell’arma del delitto e i telefoni".

Per quanto riguarda invece, la dinamica dell'omicidio e il movente Lari ha evidenziato che la vittima è stata colpita "più volte alla testa con una mazzetta da carpentiere, l’arma è stata ritrovata ai bordi di un fiume nell’Astigiano con la collaborazione dell’arrestato che ha indicato dove si trovava l’arma e ha ammesso di aver commesso il reato in spontanee dichiarazioni in cui ha spiegato anche i motivi del gesto. Sulla seconda persona preferiamo non dire nulla perché la posizione è al vaglio del Pubblico Ministero”.

Il questore Pietro Milone ha spiegato che serviva dare una risposta immediata alla cittadinanza che in casi efferati come questo percepisce tanta insicurezza. Abbiamo dato una risposta di compattezza, una Squadra Mobile che ha lavorato in sinergia con il commissariato, con un’altra Squadra Mobile che ha eseguito i provvedimenti di fermo e una Procura che non ci ha mai lasciato soli. La ricetta per risolvere l’omicidio che altrimenti, se si trascina oltre le 48 ore diventa difficilmente risolvibile". Ritornando al delitto il questore ha spiegato "che è stato un crimine efferato, è stato usato un grosso martello, una mazzetta, quindi un crimine molto violento, abbiamo visto i segni sul luogo. Per questo serviva un segnale rapido di coesione e una risposta rapida. Grazie alla competenza del nostro personale e della Polizia Scientifica siamo riusciti a dare ai cittadini”.

Il capo della Squadra Mobile di Imperia, Giuseppe Lo Deserto ha evidenziato invece, che "attraverso la visione delle numerose telecamere cittadine di ottima qualità e attraverso lavoro di intelligence siamo riusciti a ricostruire il tragitto effettuato dal fermato e che prima di giungere sul luogo del delitto ha incontrato la vittima e quest’ultima lo ha accompagnato in macchina presso la propria abitazione. Si tratta di un lasso di tempo di circa 20 minuti. Dopodiché l‘aggressore è uscito dall’abitazione della vittima e si è dileguato.  Il movente del gesto è di natura economica legato a degli affari tra vittima e aggressore. Dopo l’omicidio unitamente alla seconda fermata la cui posizione è al vaglio degli inquirenti si sono recati a bordo della vettura dell’omicida e si sono recati in autostrada, sono anche arrivati insieme a Sanremo. Al momento dell’arresto erano insieme nell’abitazione della seconda persona”.

Angela Panzera - Francesco Li Noce

Commenti