“Stanno rimbalzando notizie molto confuse rispetto ad un presunto focolaio di Covid-19 nel Saluzzese”.
Ed è per questo motivo che Mauro Calderoni, sindaco della Città, ha voluto incontrare, stamane, la stampa locale, in Municipio.
“Vorrei cercare di spiegare – ha detto – la cornice in cui ci si dovrebbe porre, se si vuole capire cosa sta succedendo nel Saluzzese. Perché evidentemente c’è qualcosa che non è chiaro”.
Da Saluzzo, come in altri parti d’Italia, si torna a chiedere una normativa in grado di agire su “una problematica generale, relativa alle regole sulla gestione dei lavoratori stagionali, molto lasche, piuttosto vecchie, e che impediscono di organizzare i flussi”.
Un quadro all’interno del quale, quest’anno, causa pandemia, vengono definiti alcuni punti fermi in merito alle competenze. Non in capo al Comune (“Gli Enti locali non dispongono di potere legislativo”). Ma, in base all’articolo 103, comma 20, del DL Rilancio, in capo alle Amministrazioni dello Stato ed alle Regioni (“La nostra non è un opinione – dirà Calderoni – ma un articolazione della normativa”).
Prefetture e Regioni devono adottare soluzioni per “contrastare efficacemente i fenomeni di concentrazione dei cittadini stranieri in condizioni inadeguate a garantire il rispetto delle condizioni igienico-sanitarie necessarie al fine di prevenire la diffusione del contagio da Covid-19”.
Una normativa che, come prima diretta conseguenza, ha portato ad un protocollo, sottoscritto in (e dalla) Prefettura, dalla Regione Piemonte, dall’Autorità sanitaria e da 8 Comuni (sui 34 che compongono il distretto frutticolo del Monviso) che “per spirito collaborativo mettono a disposizione luoghi per le accoglienze diffuse dei braccianti”.
“Da questo protocollo – continua Calderoni – derivano linee operative su come devono essere realizzate le accoglienze, su come viene gestito l’accesso alle ospitalità, declinando i compiti dei singoli soggetti aderenti al protocollo stesso”.
Ma la stessa Regione che, da un lato, ha sottoscritto il protocollo e ha nominato un “commissario straordinario per gli aspetti sanitari relativi all’emergenza migranti/frutta estate 2020 presso il comune di Saluzzo ed i comuni limitrofi” (il dottor Giuseppe Guerra), dall’altro “ieri, in un comunicato stampa ha detto che la situazione sta scappando di mano. Una dichiarazione – le parole del sindaco – che mi ha fatto trasalire: se scappa di mano alla Regione è un problema grave”.
“Le cose, secondo me, non stanno però proprio così. Credo ci sia la solita divaricazione tra chi fa politica ed è impegnato nell’Amministrazione e chi si limita a fare propaganda. Le due parti, se si parlassero, potrebbero evitare incidenti che creano preoccupazione nella comunità e che hanno una diffusione disordinata, ben oltre il livello locale”.
Il riferimento è lampante, e tutto rivolto al consigliere regionale Paolo Demarchi, che da più di un anno siede anche in Consiglio comunale, proprio a Saluzzo.
“È inopportuno e curioso che Demarchi si faccia un’uscita come quella di ieri. Ho grande rispetto per quella parte della Lega che si è impegnata su questo protocollo, con la nomina del commissario, e che sta cercando di gestire una situazione magmatica, non definita da leggi precise. Ho invece totale dissenso per quei rappresentanti delle Istituzioni che giocano una partita solo propagandistica.
Io rispondo, oggi, perché Paolo Demarchi attacca il Comune di Saluzzo. Ma sono molto rispettoso dell’articolazione istituzionale, e confido che tutti gli attori facciano del loro meglio. Certe uscite destabilizzano, specialmente su un problema che ci riguarda ma non ci compete”.
Calderoni poi si è soffermato sulla questione dei casi di positività al Covid-19 in città.
“Come noto, l’incremento non è esclusivamente legato alla presenza degli stagionali sul nostro territorio. È chiaro che in un contesto dove da settimane si parla solo di un piano del Governo per infettare l’Italia, è difficile mantenere posizioni ferme e di responsabilità.
C’è un focolaio correlata alla nota vicenda legata ai contatti derivanti da una festa privata (in un comune del Saluzzese: ndr) per i quali non sono ancora finiti i 14 giorni di osservazione.
Poi, da venerdì scorso, c’è un nuovo focolaio in comunità di accoglienza, gestita da un’Associazione di volontariato (la Papa Giovanni XXIII di via dell’Annunziata: ndr). Situazioni seguite con grande attenzione dal Servizio di Igiene dell’Asl Cn1 che, come fatto in questi mesi, cerca di ricostruire la catena del contagio, difficile con persone che non hanno neanche un indirizzo.
Fortunatamente, sono al lavoro anche Comuni, Associazioni, gli operatori del progetto Fami, le Forze dell’ordine, i Vigili urbani, che hanno molti elementi, in un database nutrito di dati.
Certamente con più difficoltà, ma stanno contattando tutte le persone per effettuare i tamponi”.
“Questa è la situazione. Tutto il resto è polemica strumentale o sconsiderato allarmismo. Non diciamo mai che va tutto bene, facciamo più di ciò che ci compete per provare a contenere tutte difficoltà che la vicenda crea sul nostro territorio da 50 anni a questa parte.
Ero, sono e continuo ad esser preoccupato fino a quando non ci sarà una definizione nazionale della problematica che non è sbagliato continuare a sostenere che sia locale. Perché succede in ogni luogo dove l’economia è legata prevalentemente al settore primario e ha bisogno di un’aggiunta di manodopera”.
Calderoni ha anche confermato che, dopo le comunicazioni formali ricevute, ha proceduto – in qualità di autorità sanitaria locale – ad emettere ordinanza di isolamento e quarantena per comunità “Papa Giovanni XXIII” di via Annunziata 3.
“Il Testo unico degli Enti locali andrebbe però letto con attenzione – ha aggiunto -: essere autorità sanitaria locale e di Polizia non vuol dire che come sindaco dispongo della Polizia o degli operatori sanitari. Significa che posso assumere atti emergenziali”.
Alla “Papa Giovanni” ci sono 12 contagiati, “non esclusivamente stranieri, smentiamo un’altra leggenda”. Il focolaio risalente alla cena tra amici in un paese poco distante da Saluzzo è invece più ampio, dal momento che coinvolge più Comuni, come ad esempio Pagno.
Sulla ventina di “migranti potenzialmente infetti che risultano irreperibili” (così ha scritto la Lega), Calderoni ha specificato che il Servizio di Igiene dell’Asl Cn1 è al lavoro per rintracciarli, con la collaborazione di Amministrazioni comunali, operatori Fami, Forze dell’ordine, Polizia locale e terzo settore.
“Siamo comunque tutti potenzialmente infetti e asintomatici. – ha detto – Così come va precisato che, al momento, nessuno dei positivi ha avuto sintomatologie gravi, da ricovero, ad eccezione di una persona, pluripatologica, alla quale è stato riscontrato il Covid proprio perché già ricoverato per altre questioni”.
“Ribadisco la convinzione e la fiducia abbiamo nelle Istituzioni. Quest’anno il passo avanti sta nel DL Rilancio, e nella volontà di Istituzioni ed Enti, che collaborano in maniera fattiva. È la prima volta.
La realtà chiede però sforzi maggiori: non ci siamo mai sottratti”.
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