Il notaio Alberto Morano è stato condannato, dalla Corte d'Appello di Torino, a due anni e quattro mesi nell'ambito della vicenda nota come "guerra delle discoteche" del 2016. L'inchiesta, coordinata dal pm Gianfranco Colace, prese il via da un esposto dello stesso Morano su presunti abusi edilizi e irregolarità nelle autorizzazioni per l'apertura del Cacao nei locali del parco Valentino, di proprietà del Comune.
In primo grado il consigliere comunale di minoranza della Sala Rossa era stato assolto. La Corte d'Appello ha invece ritenuto Morano responsabile di un episodio che, considerato in un primo momento tentata concussione, è stato derubricato in tentata induzione indebita.
Secondo l'accusa, il notaio avrebbe fatto chiedere, tramite un intermediario, dei soldi al responsabile del Cacao: in cambio, come consigliere comunale, avrebbe rinunciato a portare avanti le sue iniziative legali. Una ricostruzione dei fatti che Morano ha sempre negato.
Ma i guai per il notaio potrebbero superare i confini del tribunale. Rischia infatti la sospensione dal Consiglio Comunale di Torino, secondo quanto previsto dalla legge Severino. Nel 2016 Morano era stato candidato sindaco per Torino della Lega: oggi siede in Sala Rossa come rappresentante di una lista civica.
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