L’incidente avvenne il 29 marzo 2016. Un genovese stava assistendo all’allenamento del figlio prima di una gara di sci sulla pista Alpetta del comprensorio Riserva Bianca di Limone Piemonte, quando fu colpito da un pesante cavo della corrente elettrica, che gli procurò un trauma cranico e la frattura di una gamba, con una prognosi di 40 giorni.
Il tribunale di Cuneo ha assolto perché il fatto non costituisce reato N.S., caposervizio e responsabile degli impianti di risalita a fune della società Lift che gestisce le piste da sci, chiamato a rispondere dell’accusa di lesioni gravi colpose. La vittima non si era costituita parte civile dopo essere stata risarcita e aver rimesso la querela.
Il consulente del pm aveva spiegato che il cavo era stato usato nei giorni precedenti per il cronometraggio di una gara di slalom: “Era in pvc, non portava tensioni pericolose ma era rigido e pesante. Si doveva essere staccato per il disgelo, ed improvvisamente è sceso a valle colpendo la vittima. Ritirare il cavo subito poteva essere un modo per evitare che potesse succedere, oppure verificare che non ci fosse nessuno sulla traiettoria di discesa verso valle”. Secondo il perito il documento di valutazione dei rischi non prevedeva il rischio di scivolamento dall’alto.
N.S., che si era dimesso anche a seguito di questa vicenda, difeso dall’avvocato Vittorio Sommacal, aveva detto di aver preso parte alle operazioni di riavvolgimento, seppure non facesse parte delle sue mansioni, e di non essersi accorto del turista.
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