Elena Loewenthal, poche settimane dopo la sua nomina alla direzione del Circolo dei lettori, lo scoppio della pandemia ha sicuramente sconvolto tutti i piani. Come ha affrontato l'emergenza e con quale spirito ora ha riaperto le porte di via Bogino?
È stata un’avventura veramente complessa, non lo nego. Ho preso in mano la direzione il 3 febbraio, quindi ho avuto giusto un mese di tempo per prendere confidenza col mio ufficio, e poi abbiamo dovuto chiudere tutto. Una sfida improba che comunque abbiamo cercato tutti di cogliere come opportunità, rimboccandoci le maniche. Non ci siamo mai fermati, in realtà, anche se le porte si sono riaperte da poco, con non poca commozione da parte mia. Siamo quindi ripartiti con una programmazione che desse subito il segnale di poterci di nuovo rincontrare dal vivo, ma sempre rispettando le norme molto stringenti per lo spettacolo dal vivo. Al tempo stesso è necessario tastare il polso del pubblico, capire quanta voglia ha di uscire di nuovo e ritrovarsi e quanto invece permanga ancora la paura.
Si va modificando il rapporto tra spettatori ed eventi in tutti gli ambienti culturali. Voi avete optato, tra le altre novità, per una formula ibrida, che mescola il pubblico in presenza agli interventi degli autori in videochiamata. Ce ne parla?
Una modalità decisa dalle circostanze. Nel momento in cui abbiamo riaperto abbiamo anche pensato a rimodulare la programmazione sulla base dell’esperienza vissuta nei mesi di lockdown. Il risconto dell’utenza sulle piattaforme vrirtuali ci ha sorpreso e incoraggiato. Abbiamo ormai un pubblico affezionato sparso su tutta Italia, che prima non poteva partecipare alle attività del Circolo, e che ora, grazie agli eventi virtuali, è stato finalmente coinvolto, permettendo a noi di scoprire un nuovo strumento che contiamo di far fruttare in futuro. Ci sono tante variabili che stanno diventando nuove occasioni per nuovi formati, nell’ottica di raggiungere un pubblico sempre più vasto anche a distanza.
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Nella programmazione estiva non mancheranno le riflessioni sull'attualità: l'America oggi, la politica internazionale e gli approfondimenti scientifici. Come avete indirizzato questa scelta?
La mia idea di programmazione, in generale, è di non proporre semplicemente presentazioni di libri, ma avere diversi fili conduttori che guidino sia i relatori sia il pubblico per una riflessione e un ascolto più organici. In quest’ottica, credo che ora la gente abbia poca voglia di sentire nominare il virus, per questo non abbiamo inserito un ciclo di appuntamento specifico. Ora tocca riflettere su un tavolo geopolitico che ritroviamo molto mutato negli ultimi mesi, valutando lo spostamento degli equilibri di forza nel mondo, il rapporto tra italiano e scienza, e, soprattutto, il fatto che manchi ancora un atteggiamento generale di rispetto nei confronti dei dati scientifici, presenti e futuri.
La vostra "notte prima degli esami" l'avete trascorsa con Cristiano Godano, al termine del progetto "Esercizi di maturità" avviato nei mesi di lockdown. Ci fa un bilancio dell'esperienza?
È stata un grande successo per la varietà di interventi avuti. L’idea mi è venuta pensando a una situazione del passato. Nel 1938 le leggi razziali buttarono fuori dalla scuola pubblica italiana di ogni ordine e grado allievi e insegnanti ebrei. Di fronte a questa situazione, le comunità ebraiche allestirono in fretta e furia scuole alternative cui parteciparono anche luminari dell’ambiente accademico, e ne nacquero delle esperienze d’eccellenza. Questo dimostra che dalle grandi difficoltà possono spesso nascere interessanti opportunità. Abbiamo quindi pensato di regalare brevi interventi di venti minuti a cura di grandi intellettuali non solo ai maturandi, ma a tutte le persone chiuse in casa durante la quarantena, parlando di musica, arte, letteratura, storia, educazione civica. Tra il pubblico ci saranno stati certamente anche liceali, ma non solo.
Come sta procedendo l'organizzazione dei grandi eventi letterari in autunno?
È tutto giocato su un difficile equilibrio. Stiamo cercando di capire come sarà possibile costruire degli eventi a misura di quello che la realtà ci darà. La mia idea è di dare vita occasioni diverse dal modello tradizionale, ma ancora una volta cercheremo di superare l’ostacolo del contingentamento, offrendo occasioni speciali di ritrovo, differenti ma non per questo minori. Assicuro che sarà comunque un autunno molto ricco.
Sono state intanto annunciate le date della sedicesima edizione di Torino Spiritualità, dal 24 al 27 settembre 2020. Il tema scelto è il Respiro, immerso nel presente segnato dall’emergenza Covid-19, per una rassegna che diventa occasione di approfondimento e incontro, crescita personale e scambio di idee, mai slegato dalla vita e dalle esigenze delle persone.
Anche per questo il festival cambierà forma, con incontri diffusi tra filosofi, storici, sociologi, rappresentanti delle fedi e delle culture del mondo in spazi non convenzionali, per vivere la città; itinerari urbani da fare insieme, alla scoperta di se stessi come parte di ciò che ci circonda; eventi online per coinvolgere il territorio nazionale, per un festival sempre più inclusivo.
"È nei mesi del lockdown - spiegano il curatore Armando Buonaiuto e tutta la direzione del Circolo dei lettori - che abbiamo capito che cosa significhi davvero respirare: la più automatica delle azioni è uscita dal cono d’ombra dell’abitudine. Abbiamo dovuto imparare a studiare il nostro respiro, a sorvegliarlo, a temere quello degli altri. E ancora, pensarci incapaci di respirare ha significato immaginarci privati di noi stessi, perché dal primo vagito all’ultimo fiato la nostra esistenza è il nostro respiro".
"Respirare infatti svela ogni piega del sentire umano: il respiro mozzato della paura, quello trattenuto dell’attesa, l’inspirazione rapida e secca della sorpresa, il fiato grosso della fatica, il soffio profondo del raccoglimento e della preghiera. Ma gemello del respiro è anche il passo duplice con cui conosciamo il mondo e lo elaboriamo: un’inspirazione, per portare il fuori dentro di noi, e un’espirazione, per restituire in visioni, parole e pensieri ciò che abbiamo preso".
Inoltre, nei due weekend che precedono l’avvio di Torino Spiritualità, torneranno le "Camminate spirituali", per ossigenare cuore e mente tra valli e boschi, non solo in montagna, ma anche nel contesto urbano.
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