Il Nazionale

Cronaca | 09 giugno 2020, 17:00

Savona, falsi certificati medici e truffa ai danni dell’Asl2: sospeso medico savonese

Si conclude l’operazione Piramide effettuata dal nucleo investigativo provinciale guidato dal capitano dei carabinieri Azara e che aveva portato all’arresto dell’ex vice Prefetto Giangrasso. Al medico sono stati sequestrati 12mila euro

Savona, falsi certificati medici e truffa ai danni dell’Asl2: sospeso medico savonese

Sospensione cautelare di tre mesi per falso e truffa ai danni dell'Asl2 per un medico di Savona. Sono arrivate alla conclusione le indagini coordinate dal Pm Giovanni Battista Ferro e effettuate dal nucleo investigativo provinciale dei carabinieri di Savona guidato dal capitano Alberto Azara, che avevano preso il via con l’operazione "Piramide" e che avevano portato all’arresto dell’ex vice Prefetto Andrea Giangrasso.

 Il medico, 50enne, che è quindi stato sospeso dopo l’accurata indagine dei carabinieri, emetteva una serie di certificati medici falsi per certificare patologie a cittadini stranieri che avrebbero così ottenuto i permessi di soggiorno.

La truffa invece consisteva nel fatto che aveva richiesto l’assistenza domiciliare programmata per suoi assistiti, persone anziane e che non potevano deambulare (in alcuni casi i pazienti non avevano patologie e potevano riuscire a camminare e guidare, oppure gli anziani non sapevano di dover ricevere visite a domicilio), il dottore non li andava a visitare nelle abitazioni, compilava il registro delle visite e chiedeva lo stesso il rimborso all’Asl2. Gli sono stati sequestrati dal conto bancario circa 12mila euro e il dottore ora dovrà rispondere delle accuse di falso materiale e falso ideologico.

La ricostruzione dell'indagine "Piramide"

L’indagine era iniziata nel marzo del 2018 con le misure di custodia cautelare e denunce per i reati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e falso ideologico per induzione: era stato infatti accertato che le persone coinvolte avevano organizzato, nel corso degli ultimi quattro anni, circa cento contratti di lavoro e due matrimoni con altrettanti soggetti stranieri, per far ottenere a questi ultimi il permesso di soggiorno sul territorio nazionale, percependo dagli stessi ingenti somme di denaro.

L’attività dei carabinieri era poi proseguita nel novembre del 2018 ed era stato coinvolto proprio Andrea Giangrasso con l’accusa di favoreggiamento della permanenza degli immigrati clandestini sul territorio nazionale, falso ideologico per induzione e falso materiale. L’ex dirigente responsabile dell’area IV immigrazione della Prefettura si occupava così di effettuare una forzatura della procedura per l’ingresso di cittadini extracomunitari che venivano in Italia (per lo più egiziani e tunisini) per svolgere attività lavorativa stagionale mediante promesse di assunzione da parte di un esercente italiano che permetteva allo straniero di presentare una richiesta di permesso di soggiorno temporaneo per svolgere attività lavorativa stagionale sul territorio italiano.

L’ex funzionario del Palazzo del Governo savonese insieme ai soggetti in concorso con lui, aveva proposto ad un intermediario di far presentare agli extracomunitari, certificati medici che sanassero il periodo di tempo in cui erano stati in Italia superiore agli 8 giorni. Venivano quindi stilati da un medico compiacente che li consegnava all’intermediario e successivamente al funzionario che a sua volta li rilasciava in Prefettura allegandoli alla pratica rendendo la procedura formalmente corretta. Veniva poi presentata la documentazione alla Questura che presentava il permesso di soggiorno.

 

 

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