Il Nazionale

Cronaca | 30 maggio 2020, 10:07

Donne costrette a prostituirsi in un nightclub, 7 persone arrestate dai carabinieri di Saronno

I carabinieri di Saronno hanno smantellato un'organizzazione dedicata allo sfruttamento della prostituzione: sette gli arresti nelle province di Varese, Monza Brianza, Lecco e Como mentre è stato sequestrato un circolo privato adibito abusivamente a night club

Donne costrette a prostituirsi in un nightclub, 7 persone arrestate dai carabinieri di Saronno

I carabinieri della Compagnia di Saronno hanno dato esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Monza, su richiesta della procura della Repubblica, nei confronti di 7 persone (sei in carcere e una agli arresti domiciliari), ritenuti responsabili di associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione. Al centro dell'indagine, condotta dal nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Saronno, vi era la gestione illecita di un night club di Varedo.

L'attività investigativa è stata avviata a seguito di un intervento dei carabinieri di Saronno che hanno soccorso una giovanissima ragazza del luogo, trovata alcuni mesi fa in stato di shock nella sua abitazione. La donna nell'occasione raccontò in maniera confusa di essere stata violentata e di essere stata costretta ad assumere droghe e alcol. Il racconto era poco chiaro ed in parte contraddittorio, anche se la vittima pareva comunque fortemente provata.

I carabinieri, valorizzando il contenuto di quella denuncia, poi parzialmente smentita nel corso delle indagini, hanno indagato sui luoghi frequentati dalla ragazza, sui suoi contatti e sulle sue abitudini, scoprendo che era inserita in un giro di giovanissime donne, alcune italiane ed altre straniere, che lavoravano in un circolo privato di Varedo, di fatto gestito abusivamente come nightclub.

Le indagini hanno consentito di accertare l'esistenza di una vera e propria associazione dedita alla consolidata, sistematica e duratura attività di reclutamento, sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione in pregiudizio di una pluralità di donne, in prevalenza straniere ed in condizione di bisogno e indigenza. Il sodalizio criminale era dotato di una propria organizzazione di persone, denaro e mezzi, compresi beni mobili ed immobili, con una precisa ripartizione dei ruoli; perseguiva il proprio programma criminoso secondo modalità ed automatismi collaudati, esercitando in forma imprenditoriale le varie attività illecite all'interno dei locali.

I promotori dell'associazione erano un 74enne ed un 47enne di origini calabresi, padre e figlio, residenti rispettivamente nelle province di Lecco e di Monza Brianza. Gli altri destinatari delle misure sono invece un 49enne residente in Brianza ritenuto il gestore degli affari per conto dei due congiunti; una donna 28enne, compagna del più giovane dei promotori, considerata l'intestataria prestanome di conti correnti e aziende riconducibili alla gestione del locale notturno e attraverso i quali veniva riciclato il denaro di provenienza illecita; un albanese, gestore di fatto del locale; un italiano ed un albanese che si occupavano di trasportare le ragazze dalle loro dimore fino al locale, e viceversa, a inizio e fine serata.

Il sodalizio approfittava dello stato di necessità in cui versavano le ragazze straniere per offrire loro lavoro e poi costringerle a prostituirsi. Il locale, che era ufficialmente un circolo privato al quale anche le ragazze risultavano associate (regolarmente tesserate ma mai assunte), organizzato abusivamente come un vero e proprio locale di intrattenimento notturno, si trovava al piano terra di un capannone industriale nella periferia di Varedo. Vi si accedeva da un ingresso ricavato all'interno di un ristorante che riportava la medesima insegna. Al suo interno vi erano locali privè, una sala bar ed una cosiddetta vip room, una stanza con una grande vasca idromassaggio all'interno della quale si consumavano rapporti sessuali.

Gli incassi di ogni serata ammontavano a migliaia di euro. La particolarità degli ingressi consisteva nel fatto che l'accesso non era totalmente libero, ma bisognava essere conosciuti dai gestori o accreditati dai clienti abituali. Durante l'operazione eseguita dai carabinieri della Compagnia di Saronno, coadiuvati da quelli delle province di Monza Brianza, Milano, Como, Lecco e Alessandria, è stato sottoposto a sequestro preventivo l'intero immobile, sede del night club, all'interno del quale aveva sede anche l'omonimo ristorante dal quale si accedeva dal locale notturno, in piena attività ed in totale inosservanza delle norme sull'emergenza sanitaria in corso.

Redazione

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