Il Nazionale

Cronaca | 26 maggio 2020, 07:02

Soldi, bugie e gelosie, fanno da sottofondo al brutale omicidio dell’Auchan di Cuneo

È da 20mila euro l’ultimo bonifico di Borgheresi alla bella Mihaela. Lui credeva di essere fidanzato, lei sul suo profilo Facebook scriveva: “Sono single”

Soldi, bugie e gelosie, fanno da sottofondo al brutale omicidio dell’Auchan di Cuneo

Sesso, soldi, bugie e gelosie, sono i concetti base sul quale ruota il terribile omicidio della bella Mihaela Apostolides, la ballerina romena arrivata in provincia Granda 17 anni fa in cerca di lavoro, barbaramente uccisa con quattro colpi di pistola sparati a bruciapelo, nel piazzale dell’ipermercato Auchan di Cuneo, da Francesco Borgheresi, il militare fiorentino - fino al 2018 residente a Pinerolo - che diceva di amarla.

Sesso, soldi, bugie e gelosie: c’era tutto questo nel loro legame ma soprattutto c’era la diversa concezione che di queste parole avevano Francesco e Mihaela. Lui credeva - forse si era illuso o semplicemente aveva frainteso - che dopo due anni di viaggi tra Firenze e Cuneo per vedere Mihaela nei fine settimana, i fiori - soprattutto orchidee - spedite nei momenti più inaspettati, il denaro donato per sostenere quella bella ragazza sempre allegra e dolce, che non aveva un lavoro fisso per cui - soprattutto in questo periodo di emergenza sanitaria per il Coronavirus - andava aiutata, fossero la prova concreta che tra loro c’era un sentimento vero, una relazione seria, un amore da coltivare come i fiori che lui le spediva.

Ma forse Francesco aveva sopravvalutato tutte quelle sue dimostrazioni d’amore verso di lei. Perché evidentemente Mihaela non la pensava come lui se sul suo profilo Facebook scriveva “Single”, se al suo datore di lavoro - che vedeva spesso Francesco nel locale dove la ragazza lavorava - non lo ha mai presentato come il proprio uomo e soprattutto se la sorella, che viveva con lei a Cuneo, con gli inquirenti ha parlato di Mihaela come di “una donna libera”, che non era legata a nessuno.

Forse è questo diverso modo di concepire il rapporto - d’amore secondo Francesco, di amicizia per Mihaela - che ha innescato tutta una serie di litigi, arrabbiature ed incomprensioni che poi sono esplose attraverso quei quattro colpi di pistola sparati dritti al cuore di Mihaela.

“Non volevo ucciderla, io la amavo”, ha detto Francesco Borgheresi agli inquirenti durante i due interrogatori in procura. Certo è difficile pensare che una persona che ti ama è la stessa che ti uccide. “Credetemi - ha proseguito - ero esasperato, con tutto quello che ho fatto per lei, la gente lo sa, cosa ho fatto per lei, eppure Mihaela mi prendeva in giro. Ogni settimana le mandavo dai 50 ai 200 euro e nel mese di febbraio le ho fatto un bonifico di 20 mila euro - ha raccontato agli inquirenti il reo confesso -  Sapevo che aveva difficoltà economiche ma quei soldi avrebbero dovuto servire anche per affittare un alloggio dove andare a vivere insieme. Invece lei ha preso i soldi, mi ha portato in giro per agenzie ma poi in quella casa voleva andare a vivere con la sorella e la figlia”.

Del resto quel denaro era una donazione e Mihaela, che si considerava “single”, giustamente aveva deciso di dare un futuro a se stessa e soprattutto a quella figlia che finalmente dopo tanti anni di lontananza sarebbe venuta a vivere con lei.

Francesco questo non lo aveva capito, o forse ha preferito non capirlo. E quando non poteva più nascondere a se stesso che i progetti che aveva fatto con Mihaela erano solo sogni suoi, davanti all’ennesimo abbandono e il timore di essere stato preso in giro - come gli era già successo in passato nella dura esperienza di bambino del Forteto, la comunità finita sotto inchiesta per abusi e maltrattamenti - ha premuto il grilletto della sua pistola, pensando di risolvere i suoi problemi. Invece non è stato così: da vittima si è trasformato in carnefice, gettando nel dolore tutti coloro che amavano Mihaela, ragazza romena bella e sempre sorridente.

NaMur

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