Le persone sulla soglia aspettano, distanziate, il proprio tuo turno, poi all’ingresso trovano erogatore automatico con sensore per l’igienizzante, termoscanner per misurare la temperatura, buste monouso in cui riporre gli oggetti e dati personali da lasciare al bancone, con orario di entrata e uscita, per essere tracciabili. Sembra di essere al controllo in aeroporto e invece siamo dal parrucchiere.
Un noto negozio del centro di Genova, infatti, che ha appena riaperto dopo i due mesi di lockdown imposti dal coronavirus, ha preso davvero ogni precauzione per i clienti e per chi lavora nel negozio. Qui in via San Lorenzo come nella barberia di via Maragliano, come spiega uno dei titolari, Valerio Grassi:
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Procedure rigorose, quindi, clienti separati, ingressi contingentati, materiale sterilizzato, igienizzazione delle poltrone ogniqualvolta cambia il cliente: massimo 2 al lavateste, 4 nella zona coiffeur e 2 nella zona barberia, perché le dimensioni del locale lo permettono.
E le prenotazioni, appena certi della riapertura, sono arrivate a centinaia, per un negozio frequentatissimo, anche dagli stranieri, e che, tra l’altro, non riceveva su appuntamento, ma dove ci si fermava se c’era posto.
“Il primo giorno hanno telefonato in 300 – spiega Grassi - poi le chiamate sono diventate 50 al giorno”. E siamo solo al terzo giorno.
Tantissimi clienti, quindi, per un'attività che ha ripreso a lavorare non-stop dalle 9.30 alle 21.30 dal lunedì al sabato, con 10 dipendenti, “che hanno ricevuto la cassa integrazione due settimane fa”.
Dunque dopo incertezze e timori, dubbi su come e quando rientrare – “fino al giorno prima non ne abbiamo avuto la certezza, anche se ci stavamo preparando, perché il preavviso è stato poco e la comunicazione schizofrenica” – ecco la gioia di aver finalmente ripreso a lavorare, ritrovando i clienti e le clienti più affezionati.
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