E' durato oltre tre ore l'interrogatorio di Francesco D'Agostino, l'uomo che mercoledì mattina ha ferito due dirigenti della Finale Ambiente e dato alle fiamme gli uffici della società presso la sede del porto della marina di capo San Donato a Finale.
In videoconferenza davanti al gip Fiorenza Giorgi, il 52enne ha ammesso i fatti contestatigli rigettando tuttavia l'ipotesi di voler compiere una strage, reato quest'ultimo spuntato nel novero delle ipotesi delle prime ore.
Il dipendente dell'azienda partecipata che ha in gestione i servizi nel porticciolo finalese, difeso dall'avvocato genovese Mario Sormini ha confermato in buona sostanza l'accaduto come ricostruito dagli inquirenti giunti per primi sul posto. Armato di coltello e tanica di benzina si sarebbe presentato negli uffici della ditta di cui è dipendente senza l'intenzione di uccidere le persone presenti che invece sono state ferite o rimaste intossicate nell'incendio appiccato poi dall'uomo. Si trattava del responsabile del personale, quello dei servizi del porto, un geologo ed un nostromo, che D'Agostino ha affermato di voler soltanto spaventare.
A spingere l'uomo a compiere il violento gesto un richiamo ricevuto nelle scorse settimane in merito ad un fatto che ha coinvolto un'imbarcazione durante il suo turno di lavoro. Provvedimento disciplinare nel quale l'uomo era incorso altre volte, tanto da creare in lui, pare, un senso di persecuzione.
L'arresto è stato convalidato, e l'uomo resterà presso il carcere di Sanremo dove è stato trasportato dopo essere stato arrestato dagli uomini dell'Arma dei Carabinieri della stazione di Finale Ligure.
L'azienda di gestione dei servizi ambientali, insieme al Comune, ha intanto dichiarato di ritenersi parte lesa nella vicenda.
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