Da gennaio ad aprile 2020 a Torino -11 tonnellate di spazzatura indifferenziata. E’ questo uno degli effetti collaterali del lockdown, come ha spiegato l’Amministratore Delegato di Amiat Gianluca Riu, durante la commissione dedicata alla situazione della raccolta rifiuti in Fase 1.
“Nel capoluogo – ha spiegato – abbiamo avuto circa il 15% in meno di immondizia non differenziata: rispetto ai primi 4 mesi del 2019, siamo passati da circa 77 mila tonnellate a 66 mila”.
Una diminuzione, come ha chiarito Riu, determinata da diversi fattori. “Oltre alla chiusura delle attività commerciali – ha detto – con l’emergenza sanitaria ci sono almeno 200 mila persone in meno, tra pendolari e studenti, che gravitano su Torino”. Un calo netto che non si è riscontrato in quella differenziata, dove si hanno solo – 500 tonnellate: chi è a casa quindi, ha continuato a riciclare la spazzatura. L'organico, solo a marzo, ha registrato una crescita del 2%.
Oltre al calo dei rifiuti, il lockdown di marzo ha fermato anche le nuove attivazioni del servizio“A Cenisia – ha spiegato l’Amministratore Delegato – avevamo consegnato tutti i contenitori per la raccolta porta a porta, ma non abbiamo rimosso quelli stradali perché non sarebbe stato possibile fare tutto quegli aggiustamenti che sono necessari nella fase iniziale”. Stop anche alle eco-isole, sul modello di quanto fatto in corso Traiano, nelle Spine
Amiat però è pronta a ripartire, non appena ci saranno le condizioni per farlo. “Per noi l’attività da fare – ha chiarito Riu – è minimale. Con questi due interventi gli abitanti serviti dal porta a porta saranno 668 mila: ne mancano 216 mila”.
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