Una notizia che arriva proprio oggi, in occasione del 1 maggio, Festa dei Lavoratori e che fa indubbiamente riflettere.
Il Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Canelli, ha arrestato tre albanesi gravemente indiziati di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro aggravato dalla finalità di discriminazione razziale.
Una Cooperativa di intermediazione di lavoro formalmente lecita ma...
I fermati, rispettivamente presidente del consiglio di amministrazione (Q.E., classe 1981) e consiglieri (D.E., classe 1986 e Q.E., classe 1992) di una cooperativa di intermediazione di lavoro operante a Canelli, utilizzando una struttura formalmente lecita, avevano organizzato un servizio di manodopera a bassissimo costo – continuamente richiesto dal territorio durante la stagione della vendemmia – da cui traevano enormi profitti sfruttando lavoratori stranieri, pressoché tutti centrafricani.
L'inizio dei controlli il 4 settembre 2019
L’indagine è iniziata da un controllo effettuato a Canelli il 4 settembre 2019 dai Carabinieri che in quell'occasione avevano identificato, all’interno di un edificio fatiscente, 9 extracomunitari di diversa provenienza africana, 4 dei quali risultavano non in regola con i documenti per il soggiorno in Italia. I lavoratori in quell'occasione avevano dichiarato di essere stati stati assunti da una cooperativa della zona per essere impiegati nella stagione della vendemmia.
154 dipendenti regolarmente assunti
Dopo molteplici e continue indagini, nell'estate 2019 i Carabinieri di Canelli hanno potuto costruire l'organigramma sotteso a questa vero e proprio sistema criminale: 8 persone, 5 albanesi e tre italiani, tutti incensurati. La Cooperativa in questione vantava 154 dipendenti regolarmente assunti e svolgeva la funzione di intermediazione tra proprietari di aziende agricole, alla ricerca di personale da impiegare soprattutto durante la vendemmia.
I tre principali indagati, poi arrestati, avevano creato un sistema criminale di sfruttamento che reclutava manodopera proveniente dai diversi centri di accoglienza della zona del monferrato, che ospitano profughi e rifugiati politici, già in gravissimo stato di bisogno perché privi di altri mezzi di sostentamento a parte i contributi di solidarietà sociale.
37 le vittime. 3 euro l'ora per 10 ore di lavoro senza pausa
Le vittime, poi identificate in 37 uomini provenienti per lo più dalla Nigeria, Gambia Senegal e Mali, ricevevano salari bassissimi (circa 3 euro l’ora), dovevano sottostare a turni di lavoro estenuanti (in media 10 ore ininterrotte al giorno) senza alcun rispetto delle più basilari norme in materia di sicurezza del lavoro, subendo degradanti condizioni di lavoro. I lavoratori, infatti, venivano anche umiliati e insultati con riferimento alla loro provenienza geografica.
Tutte le spese a carico dei lavoratori: anche la corriera
Dai salari i "datori di lavoro" detraevano addirittura le spese di sostentamento necessarie allo svolgimento dell’attività nelle vigne: l’acqua e il cibo venivano “caricati” sulle paghe già bassissime degli sfruttati; addirittura il servizio di corriera veniva decurtato dalla paga giornaliera.
Inoltre, l’organizzazione pagava in nero una parte, facendo risultare all’INPS solo il 20% di quanto effettivamente incassato.
Anche una canellese "contabile" indagata
Ai tre arrestati, si aggiungono altre cinque persone, con ruoli secondari, incaricate per lo più al trasporto dei braccianti nei diversi campi di vendemmia e al loro controllo, per i quali la Procura procede in stato di libertà.
Tra gli indagati anche una canellese incaricata di gestire la contabilità occulta dei profitti guadagnati e la "paga" dei lavoratori.
All’alba di oggi la Compagnia Carabinieri di Canelli ha individuato nelle loro abitazioni i vertici dell’organizzazione. Gli arrestati si trovano adesso detenuti presso la casa cirondariale di Asti in attesa dell’interrogatorio di garanzia.
Commenti