Il Nazionale

Cronaca | 15 aprile 2020, 12:12

Svaniti nel nulla 25 dei 58 tamponi svolti su ospiti e personale della casa di riposo di Sanfront: il presidente scrive a Regione, Asl e prefetto

Una situazione che ha dell’incredibile. I test sono stati effettuati il 7 aprile. Ma ad oggi nessuno sa dare risposte al presidente Ferrato, nemmeno su dove si trovino. Che lancia il grido d’allarme: “Cerchiamo di combattere una battaglia che sarà persa non certamente per colpa mia né del personale rimasto, che ci stiamo mettendo faccia, cuore ed ogni nostra forza”

Svaniti nel nulla 25 dei 58 tamponi svolti su ospiti e personale della casa di riposo di Sanfront: il presidente scrive a Regione, Asl e prefetto

Che fine hanno fatto 25 dei 58 tamponi per verificare il contagio da Covid-19 effettuati su personale e su parte degli ospiti della casa di riposo di Sanfront?

Nessuno – così pare – sembra dirlo. Nonostante le insistenti richieste del presidente dell’Ente di corso Marconi 30, Silvio Ferrato

E Ferrato, da giorni in trincea all’interno della “sua” struttura per gestire al meglio l’emergenza (senza percepire emolumento alcuno), oggi (15 aprile) ha deciso di scrivere una lunga mail di sfogo. L’elenco di destinatari è lungo: Alberto Cirio, presidente della Regione Piemonte, Unità di crisi regionale, Giunta regionale, vertici Asl Cn1, e anche il prefetto di Cuneo, Giovanni Russo.

A tutti, Ferrato ha inoltrato la “Breve storia di una battaglia che non si potrà mai vincere!”.

Cercando di essere “sintetico quanto più possibile”, il presidente ha voluto esporre “i gravissimi problemi” che la sua struttura sta riscontrando”.

La cronistoria di questa vicenda, che potrebbe rivelarsi davvero incredibile, parte dal 7 aprile, quando nella struttura sono stati fatti 46 tamponi a tutto il personale e 12 tamponi ad alcuni ospiti. Totale: 58 test.

L’11 aprile, poi, sono stati comunicati gli esiti di 24 tamponi effettuati sul personale e di 9 tamponi sugli ospiti. Ma, ad oggi, “15 aprile, non abbiamo più avuto notizie di 22 tamponi sul personale e di 3 tamponi sugli ospiti”.

A Ferrato non è stato possibile “neanche sapere dove siano materialmente, in quanto non sono riuscito a capire se esiste una seppur minima tracciabilità!”. Un aspetto paradossale, dal momento che, come ricorda il presidente dell’Ente, “quando compro su Amazon una matita ho un tracking online costante in tutta Europa e qui non sappiamo dove si trovano 25 tamponi in Piemonte”.

Per quanto accertato sinora, in struttura si contano attualmente 6 ospiti positivi, ormai senza sintomi Covid. Ci sono altri pazienti positivi, ricoverati in ospedale, ma non in gravi condizioni. Da inizio emergenza, si sono registrati 21 operatori positivi: “Alcuni – spiega Ferrato - ormai sono senza sintomi, in attesa del tampone di riscontro per poter rientrare al lavoro. 17 sono i negativi, ma rimangono i 22 in attesa dell’esito del tampone fatto il 7 aprile”:

Tra gli operatori “pronti a rientrare” vi sono “4 OSS e 1 unità della cucina. Sarebbero oro per il prosieguo della nostra attività ma, dopo esser risultate positive al tampone in data 2 aprile, seppur attualmente asintomatiche ed a casa, nessuno le ha ancora contattate per programmare i tamponi di riscontro.

La responsabilità di ciò viene rimbalzata dal medico competente all’Asl, ai medici di base. Mi sto attivando, con l’aiuto del direttore sanitario di struttura per avere i tamponi e farli direttamente qui, ma non sono ancora certo sia possibile”.

Vi sono poi “2 operatori che, seppur risultati negativi al tampone, sono ancora in mutua, prorogata dai rispettivi medici di base in quanto dubbiosi di mandarli al lavoro in quanto in struttura un po’ a rischio!”.

Quello di Ferrato è un vero e proprio grido d’allarme: “Stante i crudi numeri ed i fatti esposti sopra mi chiedo come si può penare di riuscire a fronteggiare questa crisi. Siamo subissati di richieste di mail, tabelle, previsioni, protocolli da seguire ed altre incombenze burocratiche.

Abbiamo conforto e comprensione da tutti ma con quelli non campiamo un solo giorno in più!

Il colmo è sapere, che in questa struttura, oggi la stragrande maggioranza di ospiti non ha sintomi Covid e forse saremo costretti a cedere per l’inettitudine e la disorganizzazione dell’apparato burocratico.

Vi scrivo questa lettera con il cuore in mano! Sono qui a titolo di puro volontariato, a cercare di combattere una battaglia che sto capendo che sarà persa non certamente per colpa mia né del personale rimasto, che ci stiamo mettendo faccia, cuore ed ogni nostra forza!

Vi prego di prendere provvedimenti immediati!”.

Nicolò Bertola

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