Giandomenico Genta oggi pomeriggio verrà riconfermato alla guida della Fondazione Crc, come ampiamente scontato.
I venti componenti del Consiglio generale, si riuniranno in via telematica per eleggere il presidente, i due vicepresidenti e i quattro componenti del cda.
Poche le novità. Si sa per certo che uscirà dall’esecutivo il bovesano Michelangelo Pellegrino, per tanti anni addetto stampa della Federazione provinciale Coldiretti, per lasciare il posto all’avvocato cuneese Enrico Collidà, ex consigliere comunale a Cuneo e ora designato dal Comune di Caraglio. Probabile l’ingresso nel cda anche dell’ex presidente della Fondazione CrBra, l’avvocato Donatella Vigna.
Prossimi alla riconferma nel cda: Paolo Merlo (Cuneo) Ezio Raviola (Mondovì), Giuliano Viglione (Alba) e Davide Merlino (Farigliano).
Con l’ingresso nel cda dell’avvocato Collidà, che in passato – ad esempio a proposito dell’approvazione del nuovo o statuto – aveva manifestato qualche dissenso (mai peraltro tramutatosi in voto contrario), il cda viene blindato.
Per la vicepresidenza i più accreditati sono il monregalese Raviola e la braidese Vigna.
La scelta di quest’ultima, oltre che un omaggio alle quote rosa, rappresenterebbe un gentlemen agreement dopo l’avvenuta incorporazione di Bra da parte di Cuneo.
Unico dubbio il fatto che con quest’organigramma verrebbe tagliata fuori dalla vicepresidenza Alba, che è pur sempre la seconda maggiore città dopo Cuneo.
Secondo malignità di corridoio, la penalizzazione sarebbe dovuta alla non omogeneità politica e ancor più al fatto che l’establishment uscente della Fondazione Cuneo non avrebbe gradito il tentativo – per altro subito naufragato – di dar vita ad una cordata alternativa per contendere la presidenza al gruppo Quaglia-Genta.
Il “caso Alba” costituisce dunque l’unico, minimo elemento di suspense in una regìa dove nulla comunque viene mai lasciato al caso.
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