Il Nazionale

Cronaca | 02 aprile 2020, 08:11

Il Coronavirus come occasione per truffare: la Finanza scopre il caso delle 500mila mascherine fantasma

Le si poteva ordinare tramite un sito Internet che proponeva prezzi imbattibili, ma una volta partito il bonifico non veniva consegnato nulla agli incauti clienti. Oltre 250 le persone ingannate, ma anche associazioni e due Comuni

Il Coronavirus come occasione per truffare: la Finanza scopre il caso delle 500mila mascherine fantasma

E' nel momento del bisogno e dell'emergenza che le truffe trovano terreno ancora più fertile. La dimostrazione (l'ennesima) arriva al termine dell'operazione della Guardia di Finanza che ha scoperto l'esistenza di un sito Internet che prometteva mascherine a prezzi particolarmente concorrenziali, ma una volta mandato il bonifico, i clienti rimanevano con un palmo di naso. A finire nei guai, in particolare, un imprenditore vercellese, commerciante nel settore del bestiame. 

L'annuncio affidato al Web prometteva dispositivi di protezione di vario genere (le formule che ormai tutti sono abituati a conoscere: FFP1, FFP2, FFP3, ma anche chirurgiche, termometri e prodotti igienizzanti in quantitativi ingenti). Consegne entro dieci giorni: con 500mila pezzi ordinati, il prezzo era inferiore all'euro per ciascuno (0,90 per l'esattezza). In poco tempo, con un clic sono stati oltre 200 i farmacisti raggirati, ma anche medici e infermieri. Gli uomini delle forze dell'Ordine di Vercelli e di Caselle Torinese hanno così stroncato una truffa da oltre un milione di Euro.

Tra le persone raggirate, anche associazioni di volontariato e addirittura alcuni Enti Locali: in particolare due Comuni, uno in Piemonte e uno in Basilicata, che avevano formalizzato l'acquisto per rifornire i territori.

Ad ogni reclamo sulla mancata fornitura di mascherine la giustificazione era sempre la stessa “Il cargo all’Aeroporto di Caselle arriverà tra qualche giorno, abbiate pazienza”. Ma nulla è mai arrivato dalla Malesia, Paese indicato dall’imprenditore quale luogo di produzione. Stessa “messinscena” anche con i Finanzieri che si erano finti acquirenti. Anzi, proprio di fronte agli inquirenti, si era vantato di essere in procinto di fornire 20 milioni di mascherine al Governo Svizzero. Ma ovviamente non c'era nulla di vero.

Ora il sito è stato sequestrato insieme alle migliaia di file inerenti ai contatti commerciali, e ai conti correnti personali dell’indagato. La Guardia di Finanza di Torino, che ha condotto le indagini coordinate dai magistrati Vincenzo Pacileo e Alessandro Aghemo della Procura della Repubblica di Torino, sta ora acquisendo le numerose querele da parte delle centinaia di persone truffate.

Massimiliano Sciullo

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