Si è chiuso con un'assoluzione per totale vizio di mente il processo a carica di M.C., 30 anni, accusata di calunnia e false dichiarazioni al pubblico ministero. Lo ha deciso il giudice monocratico di Imperia Marta Bossi all'esito del giudizio di primo grado. Per la donna era stato lo stesso pm Enrico Cinnella Della Porta a chiedere l'assoluzione poichè la donna non è imputabile per i fatti presumibilmente commessi in quanto affetta da un vizio totale di mente a causa dei gravi problemi depressivi in cui versava. Richiesta a cui si è associato il difensore Ramadan Tahiri.
La trentenne era finita a processo in quanto tra il novembre e il dicembre del 2015 a Isolabona, nel ventimigliese, aveva denunciato un uomo di 47 anni per violenza sessuale. Accuse queste, che avevano portato le forze dell'ordine ad eseguire l'arresto non convalidato, però dal giudice che lo ha scarcerato. La Procura, però ha proceduto ad iscriverla nel registro degli indagati per calunnia e false dichiarazioni. "Al momento della querela- ha sottolineato durante la requisitoria il pm Cinnella Della Porta- la giovane non era in grado neanche di firmarla e ciò è riscontrato negli atti. Inoltre, lo stesso giorno le è stato imposto un trattamento sanitario obbligatorio e ciò permette di evidenziare quale siano state le sue condizioni mentali all'epoca dei fatti".
Stando alla ricostruzione dei fatti la donna aveva trovato ospitalità nell'abitazione del 47enne con cui sarebbe nata una relazione di natura sessuale. "Semmai- ha detto il difensore- è l'uomo ad aver approfittato della sua ospite per avere delle prestazioni sessuali. Era consapevole inoltre, delle sue condizioni mentali e non ha esitato a farla bere in alcune occasioni". L'accusa di violenza sessuale nei suoi confronti, però venne archiviata.
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