Chi pensa che l'Atalanta sia solo pressing forsennato, determinazione all'ennesima potenza, corsa organizzata, sottovaluta e non poco la Dea.
Basterebbe riguardarsi la magia del gol di Ilicic, la perfetta parabola di Freuler, travestito da Del Piero, o le favolose imbucate di Pasalic e di Papu Gomez per smantellare uno stupido luogo comune. La Dea è bellezza. Tecnica e corsa. Organizzazione e classe, abbinata a una geometrica follia che si costruisce a folate. Come fuochi d'artificio.
La Dea ha disintegrato il Valencia nell'andata di Champions (4-1) dando spettacolo. Ha giocato a ondate, facendo impazzire una squadra più esperta e attrezzata. Al ritorno al Mestalla non sarà facile perché il vantaggio c'è ma non è ancora chiusa. Ma la bellezza della Dea resta. Magica nella notte di San Siro, grazie al suo allenatore. La Dea di Gasperson ora fa paura anche all'Europa. Anzi la fa sembrare ancora più bella. E il calcio italiano si veste di nerazzurro con la squadra più Europea della Serie A. Ma guai a definirla solo corsa e pressing. A Zingonia c'è molto di più.
Sport | 19 febbraio 2020, 23:04
CHI AMA IL CALCIO APPLAUDE L'ATALANTA: LA DEA E' BELLEZZA
Valencia travolto a San Siro 4-1 nella prima sfida a eliminazione diretta della storia dell'Atalanta in Champions: un terzo degli abitanti di Bergamo era al Meazza. Il commento di Pino Vaccaro
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